Bambini e affidamento: che cos’è l’alienazione parentale

L’alienazione parentale, o genitoriale, è spesso utilizzata in tribunale per tutelare il genitore colpito, spesso il non affidatario, che ha meno occasioni di vedere il figlio e lo trova ostile nei suoi confronti a causa dell’istigazione dell’altro genitore.

Le cause di affidamento e l’alienazione parentale

L’alienazione parentale è l’allontanamento volontario di un bambino da un genitore, causato dal comportamento dell’altro: se la mamma, ad esempio, parla continuamente male del padre e lo descrive come una persona indegna i figli potrebbero non voler avere più niente a che fare con lui.

In questo caso un genitore alienante, grazie alla fiducia guadagnata, riuscirebbe ad allontanare emotivamente il figlio dall’altro genitore. Questa tesi non ha mai però avuto alcun fondamento scientifico e la sindrome da alienazione parentale non è mai stata ufficialmente riconosciuta.

La sindrome da alienazione parentale o ‘la madre malevola’

Benché l’alienazione parentale non sia ufficialmente riconosciuta come sindrome, visto che mancano degli studi definitivi a riguardo, spesso è utilizzata nei tribunali italiani per favorire il genitore allontanato nei confronti di quello che ha ricevuto l’affidamento. Anzi l’alienazione parentale è spesso usata come arma per far risultare il genitore alienante come ingiusto e inadatto al suo ruolo.

Oggi però le cose stanno cambiando e sono sempre di più i movimenti che vorrebbero far uscire l’alienazione parentale dai tribunali italiani. La questione diventa particolarmente controversa nei casi limite, ad esempio quando si sovrappone a casi di violenza domestica. In questi casi ad esempio l’alienazione del genitore violento potrebbe avere solide basi per la tutela del minore.

Alienazione parentale e Corte di Cassazione

Di recente la Cassazione ha annullato una sentenza di affidamento di un bambino al padre proprio perché la “madre malevola” era riconosciuta colpevole di avere causato l’allontanamento affettivo nel figlio. Insomma, per tutelare piccolo e padre il tribunale aveva affidato il figlio a quest’ultimo, perché la madre aveva denigrato costantemente il padre, con il solo fine di allontanarlo dal figlio.

Visto che questa era l’unica motivazione della sentenza, la Cassazione ha ritenuto di annullarla, non riconoscendo l’alienazione parentale come un motivo valido. Si tratta di un’importante svolta per chi vorrebbe vedere finalmente scomparire dai tribunali l’alienazione parentale, come il Comitato “La PAS non esiste, ma il fatto sussiste“.

L’obiettivo dei tribunali dovrebbe essere sempre la tutela del minore e le sentenze non dovrebbero essere guidate, secondo i sostenitori di questa tesi, da presunte sindromi senza basi scientifiche e non riconosciute a livello internazionale.

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