Bambini e coding: perché impararlo fin da piccoli

Non è mai troppo presto per imparare i linguaggi di programmazione: da 50 anni esistono programmi rivolti a bimbi fino a dieci anni d’età, che insegnano loro i fondamenti del coding. È un’occasione per permettere ai più piccoli di apprendere una competenza fondamentale nel mondo di oggi e per sviluppare capacità logiche e creative.

Giocare imparando il coding con il doodle di Google

Qualche tempo fa sulla home page di Google, al posto del motore di ricerca, è comparso un simpatico coniglietto che cerca il nostro aiuto per mangiare delle carote: si tratta di un doodle interattivo con cui Google celebrava la Computer Science Education Week, settimana che ha lo scopo di sensibilizzare l’importanza di affiancare i bambini al di sotto dei 10 anni, ai linguaggi di programmazione e all’informatica. Il doodle si presenta come un gioco che ha livelli crescenti di difficoltà e che è centrato proprio sul coding: i bambini devono dare dei comandi attraverso un codice per permettere al coniglietto di spostarsi. In questo modo i bambini giocano e gradualmente apprendono il linguaggio della programmazione.

coding for carrots doodle google bambini

L’importanza dell’apprendimento dei linguaggi di programmazione

Perché insegnare ai bambini in età così precoce il linguaggio dell’informatica? Un numero crescente di accademici ed esperti, ritiene oggi che l’apprendimento del coding e dei linguaggi di programmazione sia una competenza fondamentale per il 21° secolo e che imparare a programmare sia la nuova forma di alfabetizzazione, indispensabile per comprendere il mondo che ci circonda. Esso sviluppa nei bimbi il pensiero logico, le capacità di problem solving, incoraggia la collaborazione e alimenta il pensiero critico. Steve Jobs diceva che “tutti dovrebbero imparare a programmare un computer perché è un’attività che insegna a pensare“: non è dunque troppo presto perché un bambino inizi la sua avventura nella programmazione e diventi creatore e non semplice consumatore di tecnologia.

Il coding alimenta la creatività dei bambini

Esattamente come accade quando ci si dedica ad attività come il dipingere o il cucinare, con la programmazione un bambino sperimenta la soddisfazione che nasce quando si crea qualcosa. La programmazione va anche oltre le comuni attività creative: nel mondo reale, gli atti creativi sono spesso limitati dai materiali che abbiamo a nostra disposizione, come gli ingredienti quando cuciniamo o la tela quando dipingiamo. Ma con la programmazione, in cui il mondo virtuale è infinito, l’unica restrizione è l’immaginazione del bambino.

Gli strumenti per bimbi per l’apprendimento del coding

Il padre dell’educazione alla programmazione è stato Seymour Papert, informatico del Massachusetts Institute of Technology e creatore di Logo, un sistema per programmare ideato per i bambini. L’idea di Papert era che i bambini in questo modo imparavano facendo e, mentre insegnavano a un computer a pensare, esploravano le modalità del loro stesso pensiero. Il doodle di Google è stato realizzato invece grazie a Scratch, un’evoluzione di Logo che è oggi uno degli strumenti di codifica più popolari per i bambini, pensato proprio per aiutare i bambini a tuffarsi a capofitto nel pensiero computazionale.

Sul sito di rai cultura inoltre sono disponibili una serie di video che propongono ben 21 attività di Coding in Famiglia da fare in casa con i propri figli.

Perché non far entrare nostro figlio nel magico mondo dei linguaggi di programmazione?

Il video della settimana

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