Bambini e immaginazione: ecco perché preferiscono uno scatolone ai giocattoli

Chi lo ha detto che i bambini non hanno immaginazione e preferiscono i giocattoli ad uno scatolone? Diversi studi affermano esattamente il contrario.

Bambini: meglio uno scatolone di un giocattolo

Quante volte, da bambini, vi è capitato di prendere uno scatolone messo in disparte dalla mamma e di farlo diventare una macchinina, una barca, o una casetta? Per qualcuno quello scatolone è diventato una vera e propria seconda casa. Altri lo hanno reso lo scheletro dell’aeroplano su cui hanno solcato i cieli del proprio corridoio di casa.

Altri ancora lo hanno personalizzato disegnandovi sopra un viso, delle sembianze umane o robotiche facendone il proprio miglior amico immaginario, un rifugio sicuro cui rivolgersi durante i propri momenti di gioco. Bene, vi sconvolgerà sapere che il progresso, la tecnologia, l’evoluzione della specie, non hanno modificato i gusti dei vostri bambini: ebbene sì, anche i bambini di oggi ad un giocattolo qualunque, preconfezionato e senz’anima, preferiscono un vecchio scatolone.

Perché i bambini preferiscono uno scatolone ai classici giocattoli

Ma a cosa si deve questa “strana” preferenza da parte dei bambini? Una ricerca condotta dall’Università dell’Alabama ha messo sotto esame le interazioni dei bimbi di età compresa fra i 3 e i 5 anni con vari tipi di oggetti.

Ne è emerso che i piccoli intorno ai 5 anni preferiscono di gran lunga oggetti di forma generica che possono sostituire con l’immaginazione a cose della realtà.

Come lo scatolone di cartone può diventare una casetta improvvisata, ad esempio un bastone di legno può essere adoperato dai maschietti come spada. Questo meccanismo è valido per tutti quegli oggetti di forma generica che si prestano ad essere ripensati e rivisitati dalla fervida immaginazione dei più piccoli.

Un concetto ribadito dallo studio americano, ma che anche i pedagogisti del passato avevano ben presente: basti pensare alla grande Maria Montessori, che non a caso criticava gli ambienti strapieni di giocattoli, rappresentanti a suo dire un ostacolo alla possibilità dei bambini di scatenare l’immaginazione.

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