Basta traffico! Prendiamo lo scuolabus a pedali

Una delle cose più snervanti in assoluto è il traffico. Una delle cose più snervati per un genitore è accompagnare i bambini all’asilo nido o alla scuola immersi nel traffico. Chi vive nelle grandi città sa perfettamente di cosa si tratta e di quanto tempo sprechiamo sui vari raccordi o nelle vie del centro. Clacson strombazzanti, file interminabili, inquinamento, bambini irrequieti legati nei loro seggiolini, mentre noi ci innervosiamo guardando l’orologio e, magicamente, siamo sempre in ritardo! Per non parlare poi del fatto che davanti alle scuole trovare parcheggio è più difficile che vincere un “Turista per sempre”: auto in doppia fila, nugoli di bambini con zainetto in spalla e genitori sempre un po’ troppo nervosi.

Malmö, in Svezia, proprio non piace questo stile di vita e si è quindi cercata una soluzione alternativa: lo scuolabus a pedali. Per carità, nulla di nuovo in effetti, diciamo che si tratta di una versione per scolari del concetto di risciò cinese. Lo scuolabus a pedali altro non è che una sorta di carretto con tanto di sedili ergonomici e cinture, in grado di portare a scuola una decina di bambini per volta. I bimbi, muniti di caschetto da ciclista, vengono prelevati direttamente dalle loro abitazioni e condotti nel loro asilo nido. Ovviamente a pedalare su una vera e propria bici che traina il carretto è un adulto.

In questo modo non solo i bambini possono viaggiare in sicurezza, ma anche rendersi conto dell’importanza di un mezzo di locomozione sostenibile. Imparano anche quanto sia fondamentale rispettare l’ambiente in cui viviamo e come sia possibile muoversi senza mezzi a motore. Un concetto molto importante che va insegnato fin dalla più tenera età in modo che il bambino, durante la crescita, sia stimolato a utilizzare mezzi pubblici e biciclette piuttosto che prendere sempre l’auto. Se tutti fossero educati in questo modo l’ambiente ne guadagnerebbe in pochi anni. Difficile immaginare lo scuolabus a pedali nel traffico di Roma, ma auspichiamo che almeno nei centri più piccoli diventi un’idea da cogliere.

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