Bimbo sta per soffocare: salvato dall’operatore via app

Sembra davvero un miracolo quello accaduto a Bologna la sera del 23 dicembre 2020. Mentre mamma Stefania prepara la pizza, il piccolo Patrick (2 anni) afferra un pezzetto di mozzarella e lo mangia, un gesto innocente che molti di noi avranno compiuto chissà quante volte. Ma in questo caso è l’inizio della tragedia perché la mozzarella va di traverso al bambino che inizia a soffocare.
Sono attimi di panico per mamma Stefania e papà Michele che vedono il loro piccolo diventare cianotico e perdere conoscenza. Stefania si affretta a chiamare il 118.

La tecnologia che salva le vite

L’operatore del 118 che risponde alla chiamata dei due genitori capisce subito la gravità della situazione e inoltra la richiesta a un infermiere che, grazie all’App FlagMii invia ai genitori un messaggio con il link per attivare la fotocamera. Adesso, attraverso il cellulare di Stefania riesce a vedere a cosa sta succedendo e a guidare le manovre di disostruzione che il padre Michele esegue sul corpicino del figlio, correggendole dove necessario, con una pazienza e un sangue freddo incredibili.

L’App FlagMii è usata da circa un anno in Emilia-Romagna e Piemonte e consente alle centrali operative di gestire in maniera più efficace le chiamate da smartphone mettendo a disposizione di chiamante e soccorritori diversi strumenti per una comunicazione più interattiva ed immediata: video, chat, scambio di immagini, geolocalizzazione e tanti altri.

Un angelo ha guidato le nostre mani

Daniele Celin, questo il nome dell’infermiere dell’Ospedale Maggiore di Bologna, ha letteralmente guidato le mani del padre di Patrick aiutandolo a tenere in vita il figlio, in attesa dell’arrivo dei soccorsi sul posto. Ci sono voluti 23 minuti perché l’ambulanza li raggiungesse, ma in questo tempo papà Michele, dopo aver liberato de vie respiratorie del figlio dal maledetto pezzo di mozzarella, non ha mai smesso di eseguire sul piccolo il massaggio cardiaco, così come Davide gli suggeriva. Grazie alle parole e al sangue freddo dell’infermiere tutto si è risolto per il meglio.

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