Bisogna dire ai propri figli che Babbo Natale non esiste?

In questi giorni si respira per le strade la magia del Natale, che ha spesso un duplice effetto, positivo e malinconico. Il periodo natalizio viene tendenzialmente vissuto dagli adulti con ambivalenza, se da una parte è profumato dalle tradizioni, dalla vicinanza, dal calore umano e dallo scambio dei doni, dall’altra amplifica le mancanze e le solitudini.

Luci che illuminano le strada e i cuori, ma rendono più vivi anche il buio e il vuoto lasciato dalle persone che non ci sono più. L’atmosfera natalizia resiste anche alla pandemia e riflette, tra i tanti aspetti, il bisogno dei grandi di sentirsi un po’ bambini. Per i genitori, però, non sempre è semplice recuperare quello sguardo infantile che permette di empatizzare con i propri figli.

Perché é importante credere a Babbo Natale?

Molti genitori, ingenuamente, ritengono che non sia fondamentale che i propri figli credano a Babbo Natale, anzi spesso svelano anticipatamente la disillusione.

In realtà, credere a Babbo Natale, così come le favole, il gioco, sono esperienze psicoeducative
fondamentali. Perché?

  • La fantasia media il rapporto del bambino con la realtà.
  • Sviluppa la capacità immaginativa.
  • Aiuta la scoperta della realtà, sollecitando la curiosità.
  • Stimola l’esplorazione dei sentimenti.
  • Filtra il rapporto con il mondo extra familiare.
  • Favorisce la fiducia verso l’altro.
  • Rappresenta un terreno di condivisione con i pari.

In particolare, Babbo Natale contribuisce a gettare le basi dell’esperienza del chiedere e ricevere, mediata dall’attesa, e non dalla soddisfazione immediata del proprio desiderio.
Diviene una figura raccontata e trasmessa dagli adulti e un argomento di condivisione con gli altri bambini.

Bisogna dire ai propri figli che Babbo Natale non esiste?

No! Come sempre, non esiste una ricetta unica, ma è preferibile che sia concesso al bambino il proprio tempo per approdare alla scoperta della realtà. Questo generalmente, avviene intorno ai 7 anni.

Talvolta, nonostante i dubbi ben radicati, i bambini fingono di continuare a crederci perché affezionati alla magia che si crea intorno alla figura straordinaria di Babbo Natale. È una magia non solo individuale ma anche relazionale, coinvolge tutta la famiglia nella preparazione attenta e nella cura dei dettagli.

Provare a sintonizzarsi con i bisogni dei bambini, recuperando il contatto con la propria infanzia permetterà di non far prevalere l’eccessiva concretezza, ma dare spazio alle emozioni, al desiderio, alla sorpresa e all’immaginazione, ingredienti importanti anche in età adulta.

Il bisogno di sperare, immaginare, credere, è una parte vitale del proprio mondo interiore, spesso sommersa dalle delusioni e i dispiaceri che la vita può riservare.

Suggeriamo quindi, qualche piccolo input di riflessione ai genitori che ci leggono:

  • Non avere fretta di svelare ai propri figli che Babbo Natale non esiste.
  • Accettare i tempi di scoperta del bambino.
  • Farsi contagiare dalla capacità di fantasticare.
  • È preferibile che il bambino scopra con i propri coetanei il disincanto, piuttosto che per
    dichiarazione degli adulti.
  • La scoperta della realtà non deve mai essere accompagnata da eccessiva ironia, per i bambini potrebbe trasformarsi in umiliazione e ridicolizzazione.
  • Mantenere viva la possibilità di credere ad ogni età che Babbo Natale, un qualche modo, esiste!

A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini

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