Cagliari, la proposta di un cimitero per i bambini mai nati divide gli animi sul web

Un consigliere del Comune di Cagliari ha proposto di dedicare parte del cimitero cittadino ai bambini mai nati, il ‘Giardino degli Angeli’, dove inumare quelli che la legge definisce ‘prodotti abortivi’.

Il Giardino degli Angeli di Cagliari

La consigliera comunale Stefania Loi di Forza Italia ha presentato una mozione per dedicare parte del cimitero comunale ai bambini mai nati. L’idea ha fatto il giro del web, ottenendo reazioni contrastanti. La donna, che gode dell’appoggio di tutto il centro-destra locale, ha definito la sua proposta un segno di civiltà, per offrire alle famiglie di elaborare il lutto prenatale e dare dignità anche ai bambini non nati e ai feti anche di età presunta inferiore alle 20 settimane.

Secondo la legge attualmente in vigore questi, definiti ‘prodotti abortivi’, sono smaltiti dalle Aziende Sanitarie. I genitori hanno però la possibilità di richiederne la sepoltura a proprie spese.

Il cimitero dei bambini mai nati

L’opposizione di centro-sinistra ha fatto notare alla consigliera che la proposta è contraria alla legge e che legalmente bambini, feti ed embrioni godono di status diversi.

Secondo loro è giusto prevedere uno spazio dedicato solo ai genitori che ne fanno richiesta, come specificato dalle norme attualmente in vigore. La Loi ritiene però che la sua proposta sia solo un primo passo di un progetto più ampio. Nelle sue intenzioni c’è anche l’istituzione di un registro dei bambini mai nati e la proposta di modifica della legge, cambiando la definizione di ‘prodotti abortivi’ in ‘bambini mai nati’.

A fare discutere il web è che secondo la donna il seppellimento, previsto dalla legge solo su richiesta e a carico dei genitori, dovrebbe essere gratuito e soprattutto previsto per tutti i bambini non nati. Inoltre l’iscrizione in un registro di tutti i bambini non nati esporrebbe le donne che hanno deciso di ricorrere all’aborto volontario ad un’aperta violazione della loro privacy su un tema estremamente sensibile, dibattuto e socialmente scottante.

Il video della settimana