Chiuso per recita: il cartello diventa virale

Questi giorni non torneranno e noi non possiamo perderli“. Due genitori di Napoli hanno sfidato la crisi economica decidendo di chiudere la propria libreria durante i giorni della recita dei propri figli.

E sono sempre più i genitori che possono permettersi di abbassare la serranda del loro negozio o della loro attività per dedicarsi di più alla famiglia.

Quando a vincere sono finalmente i sentimenti

In una società sempre più in affanno per aggiudicarsi un guadagno da invidia, esistono ancora storie esemplari come quella di Giovanna e Raffaele Starace. Entrambi sono proprietari della libreria Ubik di Vico Equense, un paese vicino Napoli. Ma sono anche genitori di due meravigliosi figli di 7 e 10 anni. La consueta recita di Natale dei figli non ha lasciato alcun dubbio: Giovanna e Raffaele hanno deciso di chiudere temporaneamente la libreria.

E lo hanno fatto lasciando un significativo messaggio che ha assunto toni universali: “Chiusi per recita scolastica. Questi giorni non torneranno e noi non possiamo perderli”. Il gesto di questi genitori non è rimasto solo nei confini di Vico. Ma si è diffuso in tutta Italia divenendo una storia virale.

Quando alla coppia è stato chiesto cosa li ha portati a prendere una decisione controcorrente, considerando il clima economico di questi anni, non hanno avuto alcuna esitazione. “La recita a scuola era un’occasione troppo importante”, hanno espresso i due coniugi.

Le soluzioni alternative erano tante, tra cui mandare i nonni a partecipare alla recita. Ma non sarebbe stato lo stesso, a loro dire. Il solo pensiero di rinunciare a quel ricordo o di poter deludere i propri figli ha fatto prendere loro una decisione importante: chiudere e rinunciare a parte degli incassi natalizi.

Gli altri commercianti che scelgono la famiglia

Complice la schiettezza e la naturalezza di quel cartello, la notizia ha fatto il giro del web. I commenti di stima e di elogio da parte dei clienti e amici sono stati parecchi. Anche perché non era la prima volta che entrambi rinunciavano ad aprire il negozio per i figli. Era già accaduto 3 anni fa.

Altri commercianti hanno seguito il loro esempio, tra cui una parrucchiera veneta e il titolare di un mobilificio nel leccese, chiudendo le loro attività e concedendosi il prezioso dono della famiglia. Nel suo messaggio, il mobiliere, Davide Za, ha scritto “Oggi pomeriggio il negozio aprirà dopo le ore 18, perché sarò a sentire i canti natalizi di mio figlio. Capisco il periodo e il disagio ma oggi non c’è niente di più importante. So che capirete. Buon Natale”.

Al suo ritorno, Davide ha trovato non clienti arrabbiati, ma persone toccate dal suo gesto.

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