‘Dipendenti’ dalle mascherine: l’allarme dei pediatri, i bambini non vogliono separarsene

Decisivo per limitare la circolazione del coronavirus, l’utilizzo delle mascherine sta purtroppo comportando delle conseguenze negative di tipo psicologico, in particolare fra i bambini.

A lanciare l’allarme sono i pediatri, secondo cui, dopo ormai due anni di utilizzo nelle classi, sono sempre più evidenti le avvisaglie di una sorta di “dipendenza” nei confronti della mascherina.

La mascherina come “coperta di Linus”

Gli esperti sottolineano come per molti bambini le mascherine siano diventati una versione alternativa della “coperta di Linus” dietro la quale nascondere le proprie insicurezze e dalla quale non sanno separarsi.

Molti genitori, dopo aver a lungo insistito per rimarcare l’importanza del suo utilizzo in ottica anti-contagio, adesso devono farsi sentire per la ragione opposta: infatti i bambini la trovano comoda anche per coprire il volto da occhi indiscreti e per sentirsi protetti. Ma ci sono probabilmente anche altre motivazioni.

L’interpretazione di questo fenomeno da parte degli esperti è la seguente: i più piccoli hanno visto nella mascherina una forma di identificazione, un sinonimo di sicurezza e protezione dall’esterno. D’altra parte la paura del contagio ci ha condizionati per molto tempo ed è stata dirompente nelle nostre vite.

Alcuni bambini le hanno quindi attribuito il valore di un oggetto di transizione nella loro vita, il simbolo di un passaggio, così come lo è stato per una lunga fase – appunto – proprio il ciuccio. Ai loro occhi, dunque, è inconcepibile archiviarne l’utilizzo mentre il virus è ancora in circolazione.

Le conseguenze negative di questa “dipendenza”

Da una parte è positivo che i bambini abbiano dimostrato questo senso di responsabilità, questa capacità di adattamento alla realtà circostante, questa attenzione nei confronti della salute propria e altrui.

Dall’altra è noto che la maggior parte della comunicazione, fino al compimento dei 10 anni d’età, è strettamente connessa al linguaggio non verbale, che passa soprattutto attraverso le espressioni del viso.

Le possibili ricadute di questa costrizione, avvisano gli esperti, rischiano di sortire delle implicazioni a breve e a lungo termine. Il pericolo è che i bambini riscontrino delle difficoltà rispetto al riconoscimento delle espressioni e delle emozioni loro connesse.

Se da un lato ci hanno aiutato a proteggerci dai contagi, bisogna quindi valutare le ricadute psicologiche sulla salute dei bambini, legate proprio all’utilizzo prolungato delle mascherine,

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