Disciplina dolce: ecco perché i genitori dovrebbero preferirla

Quale è il miglior modo per crescere i figli e accudirli? Da sempre opposte scuole di pensiero si contrappongono e, di recente, è tornata in auge la tesi secondo cui la “disciplina dolce“, grazie all’empatia e alle modalità di ascolto per cui si caratterizza, sia la scelta migliore. 

Tuttavia, i genitori favorevoli a metodi più autoritari criticano questa pratica spiegando che non consentirebbe ai bambini di crescere in modo sereno a causa della troppa libertà a loro concessa. Ma è davvero così? Proviamo a fare chiarezza su cosa consiste la “disciplina dolce” e perché è utile la sua funzione educativa.

Cos’è la “disciplina dolce”

La “disciplina dolce” è una modalità educativa nella quale vengono assecondati e accolti i bisogni dei bambini, privilegiando il contatto e la vicinanza con loro senza ricorrere alle punizioni: e si tratta di un metodo a cui fanno ricorso sempre più mamme e papà perché si basa sull’empatia coi più piccoli e su una relazione improntata al rispetto.

Questo modo di accudire i figli ha però scatenato le critiche di coloro che pensano che i genitori lascino i figli senza una guida, rinunciando al loro ruolo di educatori: a loro dire, l’eccessiva libertà è nociva e la parola chiave sarebbe “controllo”.

Ovviamente, è legittimo avere delle perplessità sulla “disciplina dolce” se non la si conosce, soprattutto per chi è ancora legato a metodi basati su premi e punizioni per educare i figli in base al fatto se si comportano come auspichiamo o meno.

Le differenze col lassismo

Uno degli appunti rivolti alla “disciplina dolce” è che fa venire meno il rispetto verso i genitori, non riconoscendo il loro potere: ma chi muove questa critica non si domanda se anche ai più piccoli sia dovuto il rispetto degli adulti e se il controllo che si vuole esercitare sia utile.

In realtà, la verità sta nel fatto che molti fanno confusione tra “disciplina dolce” e lassismo: la prima pratica non consiste nel dire sempre sì e nel non andare mai contro i figli, ma questo equivoco nasce dal fatto che si intende sempre l’educazione dei bambini nell’ottica del potere.

Ma uscendo da questo paradigma, si capisce come il lassismo sia ben altra cosa dato che non c’è alcuna forma autoritaria nel rapporto coi figli che, invece, deve essere basato sulla gentilezza, sull’ascolto e sul cercare una connessione non da un piedistallo (sul quale si posizionano spesso i genitori): bisogna uscire dalle logiche della colpa e della punizione che influenzeranno il bimbo nella sua personalità da adulto.

Libertà dai giudizi per i bambini

Ciò su cui si fonda davvero la “disciplina dolce” non è un generico lassismo concesso ai bambini ma una libertà intesa come possibilità di essere davvero sé stessi, non dover fingere con gli adulti o avere timore di loro ed esprimere un potenziale che altrimenti resterebbe represso.

Insomma, i più piccoli devono essere essere liberi dal giudizio di chi vuole esercitare solo un potere e sottoporli a un ricatto molto diffuso, ovvero che potranno essere amati solo se si comporteranno come vogliono mamma e papà. Insomma, nella “disciplina dolce” è importante costruire assieme le regole, accompagnando il bambino nella scoperta del mondo senza caricarlo di responsabilità se dovesse fare scelte sbagliate: perché è fondamentale non recludere i più piccoli nel loro mondo, ma accoglierli nel nostro.

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