Mamma a 48 anni dopo 18 aborti spontanei: la storia di Louise

Louise Warneford non ha foto della gravidanza da condividere. Dopo 18 aborti spontanei, non poteva sopportare un altro fallimento.

Eppure, poco prima del suo 49esimo compleanno, Louse ha dato alla luce il piccolo William. Una bellissima storia di speranza che è ora diventata un libro.

La storia di Mark e Louise

Nel 1999, Mark e Louise si conobbero e si innamorarono: come testimonia la donna in un’intervista al Sun, essa capì subito che Mark sarebbe stato l’amore della sua vita e l’uomo con il quale avrebbe avuto dei figli.

Tuttavia, i tentativi di metter su famiglia e una prole iniziarono quando Louise aveva 32 anni, nonostante Mark avesse subito una vasectomia, intervento chirurgico responsabile della sua infertilità.

Purtroppo, il metodo di concepimento, gioco forza, doveva essere non convenzionale: questo portò la coppia a sostenere spese notevoli per sperimentare terapie che inducessero la gravidanza.

Per ben 18 volte, triste a dirsi, Louise rimase incinta, provando però l’esperienza orribile dell’aborto dopo sole poche settimane senza che i medici ne venissero a capo.

La svolta verso la gravidanza

Diversi anni più tardi, un medico contattato dalla stessa Louise, il dottor Hassan Shehata, finalmente riuscì a capire la reale causa di tutti quegli aborti: si trattava di “cellule killer” insite nel corpo della donna che uccidevano gli embrioni.

Le cellule “killer naturali” o cellule NK, fanno parte del sistema immunitario e aiutano generalmente il corpo a combattere le infezioni, ma secondo il dottor Shehata possano causare aborti ricorrenti, scambiando il feto per un tumore o un virus e arrivando così ad “uccidere” la gravidanza.

Questa scoperta portò all’instaurazione di una terapia ben specifica (una combinazione di steroidi, aspirina per bambini e fluidificanti del sangue), al termine della quale la coppia provò ad avere un figlio, riuscendoci: il risultato è William, uno splendido bambino di 37 settimane “sano e felice”.

Nonostante l’età avanzata per una gravidanza, finalmente la coppia ha raggiunto il suo obiettivo prefissato ormai diversi decenni fa, a dimostrazione di una perseveranza e di una forza d’animo senza precedenti. In un’intervista a Today Parentrs, Louise ha dichiarato:

Non ho mai permesso che mi scattassero foto quando ero incinta perché pensavo che avrei perso anche il bambino e non volevo quel triste ricordo. Ogni perdita mi lasciava devastata. Tutte le mie speranze, tutti i miei sogni… Tutto il mio mondo sarebbe andato in pezzi.

Sicuramente, la storia di Mark e Louise rappresenterà un esempio di straordinaria forza per tutte quelle coppie che stanno avendo difficoltà nel concepire un figlio, incoraggiandole a non darsi per vinti e a continuare a fare di tutto per mettere al mondo una nuova vita:

Quando William è stato messo tra le mie braccia mi sono sentita come se avessi vinto alla lotteria. Ero assolutamente euforica. Tutti i medici e le infermiere erano in lacrime perché conoscevano la mia storia.

La storia di Louise e gli aborti multipli

La storia è ora diventata un libro, “Baby Dreams”, che descrive nel dettaglio lo straziante viaggio di Louise verso la maternità. Sfortunatamente, però, la terapia che ha aiutato Louise non è sempre efficace nelle donne che hanno patito aborti multipli. La dottoressa Lora Shahine, direttrice del Center for Recurrent Pregnancy Loss al PNWF di Seattle, ha dichiarato in proposito:

Per decenni, i medici sono stati a corto di modi per aiutare le donne con aborti multipli e molti dei trattamenti che si concentrano sul sistema immunitario hanno lasciato le donne ancora frustrate.

Gli studi scientifici che esaminano il trattamento drastico di immunosoppressione per le donne per prevenire l’aborto spontaneo non si sono dimostrati utili, ma le donne – e i loro medici – alla disperata ricerca di una risposta e di un intervento, spesso si assumono i rischi associati a questi trattamenti.

Fonti immagini: today.com e dailymail.co.uk

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