Ecologia affettiva: come aiuta i bimbi che soffrono di ADHD

L’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) ossia disturbo da deficit di attenzione e iperattività, è una patologia che rende il bambino irrequieto costantemente, in perenne ricerca di stimoli. Si stima che circa il 6-7% della popolazione dei bambini di età inferiore ai 18 anni ne sia colpita.

Le cause specifiche di questo disturbo devono ancora essere trovate con certezza. Si ipotizza vi sia una predisposizione genetica che si combina con altri fattori ambientali. Sembra infatti esistere un’associazione tra assunzione di alcol e tabacco da parte della madre durante la gravidanza e ADHD nel bambino probabilmente perché la nicotina causa ipossia fetale (ossia un apporto di ossigeno minore del necessario). Anche il fattore educativo-emotivo gioca un ruolo basilare nella regolazione dell’attenzione.

I principali sintomi di questo disturbo sono distraibilità elevata, disattenzione, impulsività e iperattività. Il bimbo, ad esempio, può passare velocemente da un gioco all’altro, non riesce a stare fermo per molto tempo, si distrae molto e facilmente, è impaziente, parla continuamente, si mostra sempre impegnato in qualche attività, si annoia subito. Questi sono alcuni comportamenti la cui intensità elevata può far pensare al disturbo ADHD. Ovviamente servono osservazioni approfondite da parte di uno specialista per diagnosticarlo.

L’ADHD può essere curato tramite un intervento farmacologico e/o psicoterapeutico. Vediamo quindi una delle possibili terapie che aiutano il bambino, ossia l’ecologia ambientale.

Ecologia ambientale: cos’è e come aiuta i bimbi che soffrono di ADHD

Da sempre l’uomo vive in relazione con la natura. L’habitat umano è, ancestralmente, la rigogliosa natura. L’ecologia affettiva afferma, in breve, che l’uomo prova dei sentimenti di aggregazione, di affiliazione, di partecipazione emotiva nei confronti dell’elemento natura ossia sente benessere nello stare in mezzo alla natura.

Il professor Giuseppe Barbiero, docente all’Università della Valle d’Aosta, ha ideato un approccio terapeutico nel quale la pet therapy si fonde con l’ecologia ambientale. In sostanza, i bimbi vengono portati in un luogo in cui possano immergersi nella natura e vengono incitati a giocare in modo strutturato con un cane, ossia devono compiere delle azioni ben precise in un determinato ordine. I primi risultati sembrano essere molto positivi.

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