Essere una mamma spiegato ad un papà

Ogni volta che guardo una madre con in braccio il figlio appena nato, immagino sempre che nella sua testa si formi quella grande, terribile, ineluttabile domanda che si è formata nella mia: e adesso??? Come si fa ad essere una mamma?

Ebbene sì cari papà: quel luccichio che ci vedete negli occhi quando ci danno in braccio il pargolo per la prima volta, non è solo amore, o gioia, o sollievo. È terrore: l’angoscia paralizzante di avere, da adesso e per sempre, un essere umano affidato a noi.

E come si fa, fondamentalmente, non ce lo insegna nessuno. Noi madri, cari papà, siamo le regine dell’improvvisazione: solo che non ve lo facciamo vedere. Perché anche se abbiamo mamme fantastiche, quando salti la staccionata e vai dall’altra parte, scopri che la prospettiva cambia. Oh, e quanto cambia.

Dietro le nostre certezze, dietro le nostre sicurezze, ci sono mille domande a cui spesso non sappiamo rispondere: e a volte è per pudore che non le rivolgiamo a voi.

È vero che da un lato siamo colte da una specie di sindrome di onnipotenza: è come se dicessimo, fatta questa meraviglia di figlio, niente ci fermerà più. Del resto abbiamo tanti dubbi, e non solo su come si cambia il pannolino. A volte ci chiediamo persino se quel piccolo lo stiamo amando nel modo giusto.

E chi ce lo dice? Noi siamo le mamme: sappiamo tutto e nessuno pensa a spiegarci niente!

E poi ci sono i sensi di colpa: i laceranti sensi di colpa. Essere madre negli ultimi 30 anni è cambiato completamente: vuoi avere figli, ma non vuoi mollare quel lavoro per il quale ti sei sbattuta tanto e senza il quale non potete andare avanti. E va a finire che passi la notte a piangere davanti alla culla di tuo figlio di tre mesi, sapendo che il giorno dopo dovrai metterlo al nido e tornare in ufficio col cuore zuppo.

E in tutto questo ci siete voi, cari papà, che ci guardate con quel mezzo sorriso (a volte sarcastico e a volte impietosito) che vi chiedete se torneremo mai normali, e che qualche volta sospirate sentendovi tagliati fuori. Ma noi mica lo sappiamo come si fa a condurre in porto questa nave, anche se abbiamo il titolo di capitano: e se voi non ci aiutate a tenere il timone, mi sa che sarà davvero dura.

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3 commenti

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  1. Si segue il proprio istinto, sempre…e non ci si sbaglia!
    Perché tutti gli altri potranno darti 100 consigli ‘utilissimi’, perché la società potrà ‘importi’ altri 100 compromessi a cui scendere a patti…il rapporto tra una madre e un figlio e’ una storia unica tra due esseri, non si ripeterà mai più (per fortuna-purtroppo…), ne ‘ potrà mai essere paragonata alle storie di altri bambini e di altre mamme!
    Quando nasce un figlio, nasce una mamma.