Fenomenologia del rapporto mamme-maestre

Se nel mondo dei bambini c’è un rapporto particolarmente critico, a rischio di fare scintille, è l’ancestrale rapporto mamme-maestre. Tra l’altro, considerando che nel nostro Paese praticamente non esistono i maestri, o sono veramente un’eccezione, è principalmente uno scontro tutto al femminile. Statisticamente, nelle feste di compleanno, nei minuti di attesa di fronte al cancello dell’asilo o del portone della scuola, nei messaggi Whatsapp, l’argomento principale sono le maestre.

I papà partecipano alla vita scolastica dei figli, vanno alle riunioni e ai colloqui periodici ma poi finisce lì o in una chiacchierata a casa a quattrocchi tra genitori. Non sviscerano tutti gli aspetti della vita scolastica: l’accoglienza, il sonno, le attività, il pasto, le uscite, le feste e chi più ne ha più ne metta. Su questi temi i papà rimangono in superficie, le mamme sono dei sommergibili, di solito ben armati di siluri.

Tanto che, ultimamente, a un compleanno avvicinandomi a un gruppetto di genitori che discutevano tra loro quando ho sentito l’argomento “maestre” ho fatto una virata improvvisa buttandomi sul buffet e addentando il primo panino disponibile. Giusto perché parlare con la bocca piena è maleducazione e per me l’educazione prima di tutto, anche prima delle maestre.

Mi sono divertito a identificare dei profili tipo delle mamme nel loro rapporto con le maestre:

L’amicona, detta anche “fa bene la maestra

E’ quella che è sempre d’accordo con la maestra, quella che si rende disponibile per reperire quello di cui la maestra ha bisogno. Servono degli scampoli? Lei arriva con delle stoffe che neanche Marco Polo di ritorno dall’Oriente. C’è da fare il regalo di fine anno alla mastre? Ci pensa lei perché sa quello che le può piacere o le manca.

La criticona, detta anche “invece io farei così

E’ quella che ha sempre da ridire su quello che viene fatto all’asilo o a scuola. Lei lo farebbe sempre in modo diverso, ovviamente intendendo il modo migliore. Perché ha sentito, ha letto o ha visto che è meglio fare in un altro modo. Di solito cerca di fare proseliti tra le altre mamme per creare sostenitrici di questa o quella iniziativa da proporre.

L’istitutrice, detta anche “tanto faccio io

E’ quella che vede l’asilo e la scuola sempre al di sotto delle sue aspettative e che ripone poche speranze nella capacità di insegnamento delle maestre. E’ quella che sin dall’asilo iscrive il figlio al corso di inglese solo con insegnante madrelingua perché, si sa, le lingue si imparano da piccoli, al corso di danza o di ginnastica perché certe discipline si imparano da piccoli, al corso di musica perché l’attitudine verso uno strumento musicale si scopre da piccoli, al corso di teatro perché bisogna imparare ad esprimere le proprie emozioni sin da piccoli.

La protettrice, detta anche “mio figlio non fa niente

E’ quella che difende sempre e comunque i figli. Quella che critica la maestra perché troppo severa, perché richiama sempre suo figlio. Quella che si lamenta perché lo hanno preso in antipatia. Quella che dice “ma sono bambini”. Tutto questo nonostante il figlio tenti di buttare un compagno giù dal pulmino, prenda a spinte gli altri bambini, colori il muro della scuola con i pennarelli o metta le mani nel piatto degli altri per avere altre cose da mangiare.

La delegante, detta anche “fate voi

E’ quella che partecipa agli incontri previsti come i colloqui e le riunioni di classe ma entra poco o niente nel merito delle scelte didattiche della scuola del figlio. Questa tipologia di mamma è rara, praticamente in via di estinzione, qualcuno pensa di farle prendere il posto del panda nel logo del WWF.

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