Fertility day: la maternità si programma 10 anni prima

Il prossimo 25 settembre, in occasione del “Fertility Day”, i centri GeneraLife – (presenti a Roma, Napoli, Milano, Torino, Firenze, Umbertide, Marostica e Grosseto) – offriranno un controllo gratuito della propria fertilità. Si tratta di un’iniziativa per avvicinare i giovani ad un argomento spesso tabù, importante per far comprendere quanto la prevenzione possa apportare dei benefici sul potenziale riproduttivo di ogni individuo. Adottare degli stili di vita sani fin da giovani, fare sport, evitare alcolici, non fumare, non procrastinare il momento della maternità, tenere sotto controllo le patologie alimentari: sono tutti comportamenti virtuosi che, arrivati al momento del dunque, fanno la differenza in positivo.

Fertility Day: l’importanza della prevenzione

Sono davvero in pochi a conoscere il legame tra corretto stile di vita e fertilità. Il convincimento diffuso è che la possibilità di riprodursi sia una questione di fortuna, sulla quale non abbiamo modo di incidere in alcun modo. Sbagliato! Quante coppie sono a conoscenza del fatto che attendere troppo prima di mettere al mondo un bambino significa veder diminuire drasticamente le possibilità di concepimento?

All’essere genitori bisogna pensare almeno 10 anni prima, curando la propria salute in modo da ridurre fattori di rischio di infertilità. E’ qualcosa che i giovani devono assolutamente sapere”, afferma  Filippo Maria Ubaldi, presidente Società Italiana di Fertilità e Sterilità-Medicina della Riproduzione (Sifes)

Proprio l’eccessivo “ritardo” fa sì che anche il successivo ricorso alle terapie di procreazione medicalmente assistita risultino vane. Si tratta di un fenomeno ormai ricorrente in Italia, dove l’età del primo parto per le mamme si è notevolmente alzata negli ultimi anni. L’importanza del Fertility Day è data dall’opportunità di illustrare ai giovani tutte le opzioni a loro disposizione. Per le malate oncologiche, ad esempio, esiste l’opportunità di fare ricorso alla crioconservazione degli ovociti. Si tratta della pratica che permette di preservare la salute riproduttiva delle pazienti affette da tumore che, per via delle terapie, si vedrebbero invece costrette a rinunciare all’opportunità di avere un bambino anche una volta guarite.

Fertilità: le tante opzioni a disposizione delle donne

Al cosiddetto “social freezing“, però, si stanno avvicinando anche molte donne sane, decise a programmare la propria gravidanza e a non perdere l’occasione di mettere al mondo un bambino solo perché “impossibilitate” in una determinata fase della propria vita, che sia per ragioni professionali o per mancanza di un partner. Questo tipo di intervento non deve spaventare: il prelievo degli ovociti avviene infatti attraverso un’operazione in sedazione della durata di pochi minuti. A precederla c’è un periodo di stimolazione ormonale. Segue invece la “vitrificazione” degli ovociti, che consente di mantenere inalterate le proprietà degli stessi, rendendo possibile utilizzarli anche molti anni dopo il prelievo. Quello secondo cui sottoporsi alla stimolazione ormonale porti le giovani donne ad entrare in menopausa prima del tempo è un falso mito da sfatare. Allo stesso modo non è vero che questa pratica esponga ad un maggiore rischio di tumore: prova ne sia il fatto che le stesse pazienti oncologiche vengono sottoposte a questo trattamento!

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