Filastrocche e Poesie di Natale

In Natale si avvicina e con lui la voglia di stare in famiglia e di condividere la Magia con i piccoli di casa. Ecco allora alcune simpatiche filastrocche da insegnare ai bambini, da ricopiare sui bigliettini di auguri oppure da leggere tutti insieme nelle giornate dell’Avvento.

Filastrocca di Natale

Filastrocca di Natale
faccio un albero speciale
con palline e caramelle
con la polvere di stelle.

Faccio un albero a colori
che rallegri tutti i cuori
e poi scrivo tra i regali
“Siamo tutti quanti uguali”.

Un Abete Speciale (Gianni Rodari)

Quest’anno mi voglio fare
un albero di Natale
di tipo speciale,
ma bello veramente.

Non lo farò in tinello, lo farò nella mente,
con centomila rami,
e un miliardo di lampadine
e tutti i doni
che non stanno nelle vetrine.

Un raggio di sole
per passero che trema,
un ciuffo di viole
per il prato gelato,
un aumento di pensione
per il vecchio pensionato.

E poi giochi,
giocattoli, balocchi
quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi:
un milione, cento milioni
di bellissimi doni
per quei bambini
che non ebbero mai
un regalo di Natale,
e per loro un giorno
all’altro è uguale,
e non è mai festa.

Perché se un bimbo
resta senza niente,
anche un solo, piccolo,
che piangere non si sente
Natale è tutto sbagliato.

Gesù Bambino è nato

Gesù bambino è nato,
gli angeli dal cielo l’han portato
nella povera capanna
tra le braccia della mamma.
Bello, biondo e ricciolino,
benedice ogni bambino,
ed ascolta con amore
la preghiera del suo cuore.

Un Dono Speciale (Roberto Piumini)

Quest’anno Natale
mi ha fatto un bel dono,
un dono speciale.
Mi ha dato allegria,
canzoni cantate
in gran compagnia.
Mi ha dato pensieri.
parole, sorrisi
di amici sinceri.
Dei vecchi regali
non voglio più niente.
A ogni Natale
io voglio la gente.

Babbo Natale (Patrizia Necini)

Sono un papà molto speciale
mi chiamo Babbo Natale!

Il vestito che porto addosso
è di un vivace colore rosso.

Cappello, stivali e cintura
completano la mia figura.

Quando mi guardo nello specchio
vedo la faccia di un bel vecchio.

Vivo al Polo tra nevi e orsachiotti
insieme a tanti gnomi grassotti.

Al lume fioco di una lampadina
leggo la posta fino a mattina.

Nella stanza delle sorprese
incarto i regali dal primo del mese.

Ho una slitta a nove renne
e scio sulla neve carico di strenne.

Per non sentire la tramontana
mi copro tutto con la sciarpa di lana.

Arrivo in città a notte scura
lascio le renne per una nuova avventura.

Salgo svelto sopra il tetto
poi scivolo piano nel caminetto:

nella casa tutto tace
e a luci spente regna la pace.

L’albero di Natale è luminoso:
metto i giocattoli e mi allontano silenzioso.

Dopo un dolcetto e un riposino
lascio la casa di ogni bambino.

Al mattino, tutto solo,
sveglio le renne e …via verso il Polo!

Durante il viaggio saluto tutti:
i piccoli, i grandi, i belli e i brutti!

A casa arrivo con un po’ d’affanno,
mi stendo sul letto e dormo per un anno.

Sogno una notte fatata e speciale…
il tempo è passato: è già Natale!

Il Natale si avvicina (A. Silvestre)

Il Natale si avvicina
se lo cerchi è già in cucina,
sul divano, nel tuo letto,
e anche dentro l’armadietto.
Il Natale si avvicina,
è in soffitta ed in cantina
e portando dolci suoni
rende tutti i bimbi buoni.

Natale (Mimì Menicucci)

Stanotte a mezzanotte
è nato un bel bambino
bianco, rosso e ricciolino.
La sua mamma con grande amore
lo accarezza e lo stringe al cuore.

Stanotte a mezzanotte
è nato un bel bambino
bianco, rosso e ricciolino.
Con le greggi escono fuori
lunghe file di pastori.

Stanotte a mezzanotte
è nato un bel bambino
bianco, rosso e ricciolino.
Portan cacio, frutta, fiori
ed un bianco pecorino.

Stanotte a mezzanotte
è nato un bel bambino
bianco, rosso e ricciolino.

Babbo Natale di Rosso Vestito (Jolanda Restano)

Babbo Natale di rosso vestito
lascia ogni bimbo sempre stupito
con i suoi doni e i suoi regali
sempre fantastici, sempre speciali!

Babbo Natale con la barba bianca
lavora di notte e non si stanca;
vola lassù insieme alle renne
porta per tutti i doni e le strenne!

Il Pellerossa nel Presepe (Gianni Rodari)

Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i magi sul cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via, Toro seduto:
torna presto di dove sei venuto.

Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perchè ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.

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