Giù le mani dal corpo delle nostre figlie!

Siamo state tutte bambine e siamo arrivate a diventare donne lentamente, passando per quelle delicatissime fasi adolescenziali e giovanili, piene di entusiasmo ma anche di angoli fragilissimi, pronti a creparsi con poco.

Fra questi spazi vulnerabili, certamente la bellezza estetica, la competizione in base a centimetri e grammi, gli sfidanti stereotipi dai quali in poche uscivano illese, hanno avuto (e lo hanno tutt’ora) uno ruolo assai importante.

In un modo o in un altro, chi più chi meno, sin da bambine per noi è stato uno sfinimento continuo.

Lo specchio e la bilancia

Non abbiamo mai amato i nostri capelli come il nostro peso solo per dirne due. E se sui primi, mal che andasse, si mettevano in campo forbici, tagli mirabolanti ed improbabili, piastre e phon, e tinte casalinghe non autorizzate, sull’altro il problema poteva diventare grande.

Un buco nero nel quale entrare era facile, uscirne meno. Un profondo e vorace buio con dei nomi: bulimia ed anoressia. Non è capitato a tutte per carità ma a molte, sempre troppe, sì.

Una grande ginnasta, di quelle che ti fanno incollare allo schermo, anche se non segui lo sport, e che ti fanno sentire orgogliosa di essere italiana, Ilaria Barsacchi, ha denunciato le pressioni avute nel suo mondo, pochi giorni fa. Pressioni che si contavano sulla bilancia, sulle famose pesate che avvengono costantemente, creando un’ansia comprensibile.

Fonte: Corriere della Sera

Il suo peso, che le era stato fatto vivere come eccessivo anche se non lo era, era stato ritenuto la causa di un invalidante dolore al piede, accusato dalla ginnasta. Successivamente, con gioia, Ilaria Barsacchi, aveva potuto constatare che si trattava di una frattura da stress al metatarso. Non era colpa sua, in soldoni, il peso non c’entrava.

Il mondo dello sport è, a tratti e troppo spesso, poco sportivo

Abusi psicologici, fisici, sino ad arrivare a vere e proprie molestie, sono sempre più spesso denunciate dalle atlete. Sicuramente, non perché ce ne siano di più di prima, ma per una maggiore consapevolezza delle donne, anche ragazzine, di vigilare e chiedere aiuto se si trovano in situazioni al limite.

Ma per noi donne, che da sempre subiamo giudizi estetici, solo per limitarci ad essi, è difficile capire quale sia il limite del lecito e del sopportabile. A volte, come nel caso di Barsacchi, ci vuole tempo, un periodo difficile che poi l’ha portata ad abbandonare ciò che più amava.

Senza arrivare a casi così noti, può accadere che in una scuola di danza frequentata da bambini, il rapporto con il cibo sia minato in tenera età. Anche sotto gli occhi vigili di un genitore presente che però non è in grado di capirlo. Come quanto raccontato sulla pagina facebook di un pediatra di Napoli, interpellato da una mamma perché la sua bambina (di circa 9 anni) non voleva più mangiare.

Per caso, era poi venuta fuori l’usanza del controllo del peso nella scuola di danza frequentata dalla bambina, con inevitabile gara a chi pesasse meno. La mamma lo sapeva eppure non era riuscita a comprendere che quella fosse la causa del cattivo rapporto con il cibo, da parte della figlia.

No, non giudichiamola. Non è una cattiva madre. Tutt’altro. Lei si è rivola al medico per capire come aiutare la figlia. A volte, capire le cause di disagi e disturbi può non essere scontato, anche se li abbimo sotto gli occhi.

Sul peso non si scherza

I capelli tinti o tagliati per compiacere ciò che va di moda, ricresceranno insieme all’indipendenza emotiva e all’acquisita consapevolezza del proprio valore, che dovrebbe accompagnarci in età più adulta. Con il peso, invece, tornare indietro non solo richiede l’aiuto tempestivo di un valido professionista, ma soprattutto un percorso ben più duro e faticoso.

Sono ere che noi donne, sin da bambine piccole, siamo sottoposte a giudizi di ogni tipo, a volte non ce ne rendiamo neanche conto. Non siamo mai abbastanza e non si sa per chi e per cosa, esattamente. In realtà, solo noi possiamo uscirne con la nostra forza, e dobbiamo farlo partendo dalle nostre figlie. Dicendo basta ! , ma anche vigilando. Monitorando gli eventuali disagi, sviscerando problemi solo blandamente accennati. Confrontandoci con il nostro/ a pediatra di fiducia.

Non tutte sono forti come Ilaria Barsacchi, che, anche se ha fatto un percorso duro, ed è arrivata ad abbandonare ciò che più amava, comunque non è caduta nel buco nero.

Giù le mani dal corpo delle nostre figlie! Questo dobbiamo dire, rompendo anche qualche specchio e qualche bilancia.

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