Il Comune di Torino nega la registrazione al bimbo nato da due madri

La consigliera comunale del Pd Chiara Foglietta ha recentemente avuto una figlio con la sua compagna. Il piccolo, Niccolò Pietro, nato in Danimarca il 13 aprile tramite procreazione assistita.

Il Comune di Torino, in cui la donna risiede, però, ha negato la registrazione all’anagrafe del piccolo, a causa di un vuoto normativo. La legge italiana è aggiornata al 2002 e richiede la dichiarazione che il figlio è nato dall’unione con un uomo, oppure che il padre è ignoto.

La normativa attualmente in vigore non concepisce l’idea di un figlio nato da due persone dello stesso sesso tramite fecondazione assistita.

Impossibile registrare il figlio all’anagrafe

Le madri hanno quindi dovuto rinunciare, per forza di cose, ad iscrivere il proprio figlio all’anagrafe.

Le formule per la registrazione non concepiscono l’idea che un figlio sia nato senza l'”intervento” di un uomo. Al limite è possibile dichiarate che il padre è ignoto.

La consigliera Foglietta e la sua compagna si sono quindi trovate di fronte, di fatto, all’obbligo di dichiarare il falso: rifiutandosi, è stata loro negata la registrazione del bambino.“Ci viene negato il diritto di inserire dichiarazioni veritiere nell’atto di riconoscimento e a nostro figlio il diritto a un’identità corrispondente alla realtà e a conoscere gli eventi che hanno determinato la sua esistenza”, ha dichiarato la neomamma.

La normativa di riferimento per la registrazione all’anagrafe dei nuovi nati risale al 2002 e non tiene conto della possibilità di bambini nati con la procreazione assistita da due genitori dello stesso sesso.

La dichiarazione del Sindaco Appendino

Anche il sindaco di Torino, Chiara Appendino, è intervenuta sulla vicenda. La donna si è dichiarata personalmente favorevole a registrare il piccolo Niccolò Pietro, anche se non esistono delle norme in grado di tutelare né lui né i genitori

Il problema va infatti risolto a monte ed è necessario un aggiornamento della norma e dei testi utilizzati dall’anagrafe dei Comuni. La prima cittadina si è comunque impegnata a fornire alla famiglia tutto il supporto possibile, sia personalmente che tramite le strutture e gli uffici del Comune.

Attualmente l’unica scappatoia possibile è dichiarare il padre come ignoto, di fatto dichiarando il falso, e lasciare la seconda mamma nell’ombra.

Si tratta però di una situazione dove sia il piccolo, che si vede legalmente negare un genitore, sia quest’ultimo genitore, non godono delle tutele a cui avrebbero diritto.

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