17 giugno 2025 –
Il sogno di una nuova generazione di bambini “perfetti” sta prendendo forma nel cuore della Silicon Valley. Non si tratta di fantascienza, ma di un movimento reale e sempre più potente: il pronatalismo tecnologico, una visione del futuro che unisce ideologia, genetica avanzata e potere economico.
Dietro l’apparente preoccupazione per il declino demografico dell’Occidente, si nasconde un progetto ambizioso e controverso.
Cosa significa “pronatalismo”?
Il pronatalismo è un’idea che spinge le persone ad avere più figli, in particolare nei paesi dove la natalità è in calo. Ma nella versione proposta da alcuni imprenditori della Silicon Valley, non si tratta solo di fare più figli, bensì di scegliere in anticipo le loro caratteristiche genetiche: intelligenza, salute, aspetto fisico.
Per loro, non è solo una scelta familiare, ma quasi un dovere sociale: “Dobbiamo avere più figli e migliori per salvare il futuro dell’umanità”, dicono.
I nomi famosi dietro il movimento
Il personaggio più noto che sostiene il pronatalismo è Elon Musk, fondatore di Tesla e padre di 12 figli. Anche Sam Altman, a capo di OpenAI (l’azienda che ha creato ChatGPT), investe in aziende che lavorano sulla genetica e la riproduzione assistita.
Altri, come il fondatore di Telegram o il creatore di Skype, stanno finanziando progetti che vogliono facilitare la nascita di bambini attraverso la scienza, in particolare con ovuli artificiali o donazioni di seme su larga scala.
L’idea che il DNA conti più dell’educazione
Molti di questi imprenditori credono che il DNA sia la cosa più importante per il futuro di un bambino. Secondo loro, l’educazione o l’ambiente in cui si cresce conta poco, mentre avere un “buon patrimonio genetico” è fondamentale.
Ecco perché alcune coppie legate al movimento stanno usando la tecnologia per selezionare gli embrioni, scegliendo solo quelli che non presentano rischi per malattie, disturbi mentali o altri fattori considerati “negativi”.
Se da un lato consideriamo un progresso importante l’introduzione dei test sul DNA fetale affinché ci dicano se ci sono gravi alterazioni genetiche o malformazioni nel bambino, dall’altro pensare di selezionare direttamente i geni migliori pone serie domande in merito alla bioetica.
Un progetto che divide: chi può e chi non può avere figli?
Dietro l’idea di “fare più figli” si nasconde però anche un aspetto preoccupante. Alcuni pronatalisti vogliono che a riprodursi siano solo le persone “più intelligenti” o “più forti”, secondo criteri molto discutibili. E c’è chi teme che questo pensiero nasconda idee razziste o discriminatorie, come la volontà di evitare che alcune popolazioni (soprattutto non occidentali) crescano di numero.
Negli Stati Uniti, non esistono vere regole per impedire la selezione genetica degli embrioni. Alcune aziende, come Genomic Prediction, permettono già ai genitori di scegliere gli embrioni con minori rischi di malattie… ma anche con maggiore intelligenza o probabilità di successo nella vita.
In pratica, si può arrivare a scegliere il tipo di figlio che si vuole avere, come se fosse un prodotto. Cose che ci facevano rabbrividire già nei film e nei romanzi di fantascienza, come Gattaca e che ora stanno diventando realtà.
Il pronatalismo high-tech può sembrare una soluzione alla crisi delle nascite, ma nasconde molti rischi, soprattutto in termini di discriminazione e bioetica. Invece di valorizzare ogni bambino per ciò che è, punta a creare figli su misura, e ovviamente solo per chi può permetterselo.
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