Il ddl Pillon: il disegno di legge su affido condiviso e mantenimento dei figli

In questi mesi non si è calmato il dibattito sul ddl Pillon : il disegno di legge in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità, è ancora in discussione alla commissione Giustizia del Senato. Vista la tematica molto delicata, le numerose audizioni sono più di cento e sono ancora in corso.

Molti cambiamenti sulle separazioni, divorzi e affidi condivisi

Il disegno di legge 735, meglio conosciuto come ddl Pillon, prende nome dal senatore della Lega che l’ha promosso, Simone Pillon. Questo disegno di legge riguarda notevoli e importanti riforme al diritto della famiglia in caso di separazioni e divorzi. Secondo Pillon, serve un cambiamento in materia di affidi poiché anche se è possibile l’affidamento condiviso, questo rimarrebbe solamente teorico poiché nella pratica tenderebbe ancora a prevalere l’affidamento esclusivo, per lo più alla madre. Sempre secondo il senatore Pillon, in questo modo il padre sarebbe spesso escluso dalla vita dei propri figli. Proprio per questo motivo, il ddl 735 prevede una distribuzione uguale tra le figure genitoriali, con tempi paritari.

Pertanto, con la nuova proposta i figli dovranno trascorrere almeno dodici giorni con ciascun genitore e inoltre dovranno avere il doppio domicilio, per quanto riguarda tutte le comunicazioni ufficiali come per la scuola e la salute. In aggiunta, il mantenimento legato al minore diventa un mantenimento diretto, cioè ciascun genitore deve contribuire per il tempo in cui gli è affidato il figlio. E inoltre bisognerà stilare un la ripartizione di tutte le spese.

Un altro aspetto che caratterizza il ddl Pillon è quello dell’introduzione della figura di mediatore famigliare, a cui i genitori si devono rivolgere in caso di separazione e divorzio per non far arrivare la causa in tribunale. Questa figura è ovviamente a pagamento.

Le critiche rivolte dalle associazioni di avvocati e operatori per la famiglia

Numerose sono le critiche che riguardano gli obiettivi della riforma, ma soprattutto le modalità. Nessuno potrebbe negare che ogni bambino ha diritto di passare il suo tempo sia con mamma che con papà. Ma i detrattori appunto contestano che con questo disegno di legge non si tiene conto del volere dei minori, ma solo di quello degli adulti. Questo sarebbe un problema nel caso in cui siano presenti casi di violenza domestica su bambini e donne (violenza psicologica, economica, fisica).

Oltre a ciò, il costo delle separazioni e dei divorzi aumenterebbe sensibilmente poiché si renderebbe obbligatorio il pagamento del mediatore famigliare. Questo è certamente uno svantaggio per i soggetti più deboli e economicamente dipendenti della famiglia : nella maggior parte dei casi sono le donne.  Infatti questo decreto legge non tiene in conto del gap salariale delle donne: una donna che si deve occupare da sola del figlio senza un aiuto economico del padre, difficilmente riuscirà a mantenere lo stesso tenore di vita del figlio che aveva prima della separazione. Secondo numerose associazioni di avvocati e operatori per la famiglia, l’intento sarebbe quindi quello di dissuadere le donne dal separarsi dal marito, perché diventa economicamente pesante.

 

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Un commento

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  1. “una donna che si deve occupare da sola del figlio senza un aiuto economico del padre …”
    Che pena, non avete proprio capito nulla del Disegno di Legge.
    Basta, definitivamente, con la donna che si debba occupare da sola dei figli! La donna deve occuparsi al 50% dei figli ed al rimanente 50% se ne occupa il padre. E se la donna non dà alcun aiuto economico al padre che si occupa del figlio, altrettanto deve essere per il padre.
    Sembrerebbe anche semplice da capire!