Il dramma delle spose bambine: in Mauritania costrette a ingrassare per trovare marito

Arriva dalla Mauritania una notizia che lascia sgomenti. Qui, le bambine vengono letteralmente allevate e ingozzate per ingrassare a dismisura. Il motivo? Trovare marito, e permettere alla famiglia di incassare poco più di 100 euro.

Il dramma delle bambine allevate per essere spose

Che l’avere fame e la carenza di cibo sia un problema è fuori di dubbio, ma che anche il dover ingrassare a dismisura per potersi sposare in tenera età è un fenomeno francamente inaccettabile.
Eppure è quello che capita in Mauritania, dove per trovare marito si deve essere grasse. Il presupposto deviato di questo meccanismo è che la grassezza sia sinonimo di ricchezza. Ecco perché le spose più appetibili sono quelle in carne, ed ecco perché le famiglie di queste bambine le ingozzano letteralmente affinché prendano molti chili in pochi mesi.
Si parla però di bambine che vengono costrette e ingrassare anche fino a 100 chili, con tutte le conseguenze devastanti dal punto di vista psicologico e fisico che si può intuire.

I danni del troppo mangiare: dal diabete al maltrattamento psicologico

In Mauritania una ragazza troppo magra disonora la famiglia. Ecco perché le famiglie, che percepiscono un compenso per dare la loro figlia (spesso giovanissima) in sposa, la obbligano a ingrassare a dismisura.
Giornate intere passate a mangiare cous cous e a bere latte di capra o mucca. Impossibile smettere e impossibile sentirsi male. Se una bambina accenna a svenire o vomitare viene picchiata.
È facile intuire i danni devastanti di questa barbarie: dal diabete all’ipertensione fino ad arrivare ai disturbi psicologici legati al senso di sopraffazione e al non accettare la propria immagine corporea.
Addirittura in alcune zone si userebbero dei farmaci mutuati dal campo veterinario per aumentare la massa corporea.
Un vero e proprio allevamento di spose bambine, una pratica verso la quale l’attenzione del mondo dovrebbe sollevarsi per porre fine alla barbarie.

Ph: Una scena del film ‘Il Corpo della sposa’ di Michela Occhipinti

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