Inquinamento da materie plastiche: tra vent’anni sarà sempre più difficile avere figli

Un’epidemiologa del Mount Sinai Medical Center di New York, la dottoressa Shanna H. Swan, ha recentemente pubblicato un saggio basato su uno studio condotto quattro anni fa, al quale lei stessa ha compartecipato. Il libro, Count Down, illustra i risultati della ricerca svolta sulla responsabilità che le plastiche chimiche detengono nella radicale diminuzione della fertilità.

A rendere perfettamente chiaro il concetto del contenuto è il sottotitolo del testo scientifico: Come il mondo moderno sta minacciando la conta degli spermatozoi, alterando lo sviluppo riproduttivo maschile e femminile e mettendo in pericolo il futuro della specie umana.

Inquinamento da plastiche e infertilità

E’ uno dei temi più discussi attualmente in relazione ad ambiente ed ecologia. Le grandi quantità di materiali inquinanti da cui è invaso il nostro pianeta, destano da alcuni anni notevole preoccupazione per la salute degli esseri viventi. A questo si aggiunge ora il rischio – accertato da analisi scientifiche – di un calo repentino del tasso di natalità nei paesi industrializzati, in un futuro molto prossimo. È stato infatti verificato come il numero degli spermatozoi nell’uomo medio occidentale, sia progressivamente diminuito nel tempo (parliamo di un 59% tra il 1973 e il 2011); ciò è stato posto in relazione alla presenza di interferenti endocrini nelle cellule umane.

Cosa sono gli interferenti endocrini

Si tratta di sostanze derivanti dalla plastica, dannose perché interferiscono, appunto, con l’attività degli ormoni sessuali. Sono ritenute responsabili della minore produzione di spermatozoi da parte dell’uomo e della sensibile diminuzione della libido della donna. Inoltre, sono state riscontrate tracce di queste sostanze chimiche nei cordoni ombelicali: ciò significa che già al livello fetale esiste il pericolo che insorgano delle anomalie sui neonati che, in alcuni casi, possano causare la sterilità dei futuri adulti. Sulla base dei dati attuali lo scenario che si prospetta tra circa 20 anni evidenzia che ci saranno molteplici difficoltà a concepire e portare a termine le gravidanze, dato che anche la percentuale di aborti spontanei è in aumento nelle diverse fasce d’età.

Secondo la dottoressa Swan “Di questo passo, entro il 2045 la maggioranza delle coppie dovrà ricorrere a tecniche di gravidanza assistita per riuscire ad avere figli. Inoltre, ci sono prove evidente che anche il rischio di aborto spontaneo è in crescita a tutte le età”.

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