La felicità non sta mai ferma. Un libro che ti apre il cuore

“Mio figlio non sta mai fermo, è iperattivo”. Quante volte abbiamo sentito frasi di questo tipo usate per indicare bambini particolarmente vivaci?

Ma quando questo loro modo di essere diventa un vero e proprio disturbo? Stiamo parlando dell’ADHD, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, una sindrome ancora poco conosciuta, anche se ogni anno si registrano sempre più casi di questo tipo.

Ecco quindi che arriva La felicità non sta mai ferma di Chiara Garbarino, un libro autobiografico di una mamma e suo figlio Leonardo, affetto da deficit di attenzione e iperattività. Non un manuale per gli addetti ai lavori, ma un racconto per condividere la sua esperienza con altri genitori ed insegnanti

“La felicità non sta mai ferma”, la storia di una mamma

Quando Chiara rimane incinta capisce subito di avere a che fare con un bambino davvero tosto. Il piccolo si fa talmente sentire che una notte, con un calcio, riesce a lesionarle una costola. Da lì la vita di Chiara e Leonardo sarà sempre in salita. 

Il bimbo piange in continuazione, dorme pochissimo, appena comincia a camminare sbatte sempre ovunque e combina guai. Ogni situazione di vita quotidiana, dal mangiare al fare la spesa, diventa sempre più complicata.

Tutti le dicevano che le cose sarebbero migliorate col tempo, che Leo si sarebbe calmato. Come mai non stava succedendo? Che cosa aveva suo figlio di sbagliato?

L’ingresso all’asilo è difficile. Leo è un bambino che appare, agli occhi di chi non lo conosce, maleducato e manesco. Le maestre e i compagni cominciano ad isolarlo. Quando Chiara va a prenderlo all’asilo lo trova quasi sempre in punizione.

Addirittura una volta viene accusato di aver combinato un guaio, quando in realtà non era nemmeno presente a scuola. Le altre mamme si allontanano. Lei non è una mamma in grado di educare al meglio suo figlio.

“Quel papà era stato chiaro: Leonardo era un bambino maleducato e i suoi genitori due incapaci. Non lo dicevano apertamente, tranne poche eccezioni, ma tutti avevano questa convinzione. Tutti i genitori, tutti i bambini. Tutte le maestre.”

Con le elementari Chiara vuole ricominciare da capo. Nuova scuola, nuovi compagni, un nuovo inizio. “Solo uno psicologo può rilasciare la certificazione che attesta un elemento di iperattività. E può farlo solo dopo aver compiuto un iter specifico che comincia con una visita neuropsichiatrica.”

Chiara sa di avere un bambino speciale. Da una parte è dolce, intelligente, buono. Dall’altra è sempre agitato, disubbidiente, sempre ribelle. “Leo è un bambino con molte sfumature e colori emotivi.”

Prima che il bambino abbia compiuto 6-7 anni è quasi impossibile avere una diagnosi. Ora Leo ha 10 anni. Con l’aiuto di una psicologa è emerso quello che la sua mamma aveva sempre saputo, che aveva sempre cercato di dimostrare. Una sindrome ancora poco definita, di cui si sa molto poco, nelle famiglie e soprattutto nelle scuole.

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Ora Leo ha dieci anni, in paese cominciano a conoscere la sua diagnosi, a scuola hanno finalmente capito che non si trattava di maleducazione o svogliatezza, e le cose vanno meglio

ADHD e la relazione con gli altri

Il Deficit di Attenzione e Iperattività è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo e si stima che riguardi il 4% della popolazione pediatrica. Non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno è un problema dovuto alla “cattiveria” del bambino.

L’ADHD è un vero problema, per l’individuo stesso, per la famiglia e per la scuola, e spesso rappresenta un ostacolo nel conseguimento degli obiettivi personali. Bisogna quindi far capire agli altri adulti quale sia la reale natura del problema dell’iperattività, mettendo da parte ogni pregiudizio. 

La cosa che colpisce di più nel libro è infatti la relazione con gli altri.  Il libro mi ha fatto sorridere, ma mi ha fatto anche arrabbiare.

Mi ha fatto pensare a come siamo fatte noi mamme. Quando l’ho letto, mi sono accorta di come noi mamme siamo portate a giudicare troppo in fretta il comportamento altrui. A volte non sappiamo come gestire i capricci e i pianti dei nostri figli e proprio per paura del giudizio delle altre mamme ci sentiamo sempre fuori luogo.

Tutti dovremmo leggere il libro di Chiara e Leonardo. In questo modo potremmo cambiare l’atteggiamento di isolamento e abbandono verso le persone con difficoltà: solo attraverso il dialogo e l’empatia si potranno raggiungere grandi risultati.

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Chiara Garbarino ha 37 anni ed è la mamma di Leonardo. Ha fondato il blog leoilteppista.wixsite.com in cui racconta le sue “Storie di ordinaria ADHD” e fa parte della comunità virtuale ADHD-DDAI Insieme si può. 

Post in collaborazione con Utet

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