La forza delle donne (e mamme) ai tempi della crisi

Più i tempi sono duri e la crisi si fa sentire, più le donne di ogni età e ceto sociale sono in grado di rimboccarsi le maniche e di restituire una speranza a se stesse e ai propri cari. Basti pensare che nel nostro Paese il 60,4% di donne è riuscita, negli ultimi anni e potendo contare esclusivamente sulle proprie capacità, a ritagliarsi un ruolo nel mercato del lavoro, superando discriminazioni e penalizzazioni ai danni del gentil sesso e, in particolare, delle mamme. Di seguito riportiamo alcune storie esemplari di donne lavoratrici che ce l’hanno fatta, reinventandosi il futuro.

Cose dell’Altro Pane

Maria Fermanelli, architetto ed esperta di gestione dell’installazione di ripetitori per multinazionali telefoniche, una volta diventata madre, non riuscendo più a conciliare gli impegni lavorativi con la vita familiare, ha deciso di puntare sul settore imprenditoriale, fondando “Cose dell’Altro Pane”, un’azienda di prodotti per celiaci.

Il progetto è stato un successo e oggi Maria può fare la mamma senza dover rinunciare alla gratificazione professionale.

Made in Carcere

Luciana Delle Donne, top manager del settore bancario, ha deciso di mollare tutto e di tornarsene nell’amata Lecce dove avrebbe voluto coronare, tra l’altro, il sogno della maternità.

Pur non essendo ancora riuscita a realizzare questo proposito, tuttavia ha messo in piedi una cooperativa sociale che offre lavoro alle detenute: si tratta di un’iniziativa davvero lodevole e in grado di favorire il reinserimento delle carcerate nel tessuto sociale.

Le Cicogne

Monica Archibugi è una giovane donna che, per pagarsi gli studi universitari, ha sempre fatto la baby-sitter, potendo contare su uno spiccato istinto materno.

Da questa esperienza è nata l’idea, tre anni orsono, di realizzare l’app e la relativa pagina Facebook Le Cicogne, la quale ha lo scopo di fungere da intermediario tra baby sitter che hanno bisogno di un lavoro e genitori  che sono alla ricerca di una Mary Poppins perfetta per i propri pargoli. 

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