La gravidanza, ‘la grande bellezza’

9,10,16,20 quanti kg hai “messo” durante la gravidanza?

Certo che noi mamme abbiamo ricevuto almeno una volta questo tipo di domanda e sembra che ciò che conta sia la quantità, le forme e le grandezze per rientrare in uno standard di benessere e di prosperità.

Quanti cambiamenti viviamo in 9 mesi: senso del gusto, stati d’animo, ritmo sonno veglia, per non parlare di tutti gli organi interni ed esterni, la bellezza della pelle e dei capelli… Ma come viviamo il cambiamento del corpo?

Come ci si sente a cambiare lentamente insieme alla vita che porti dentro?

Ci si sente una “incubatrice” umana che ingrassa o una splendida donna in simbiosi con lo sviluppo del proprio bambino? Beh.. questo potrebbe dipendere da noi, da cosa abbiamo nella testa, da cosa riteniamo importante e da quanto vogliamo farci condizionare da quella fetta di società moderna basata sulla sterile esteriorità.

Care mamme, vi svelo un segreto …da quando scopriamo di aspettare un bambino diventiamo dei supereroi! Bombe di staminali pervadono il nostro sistema, energia ci avvolge e la reciprocità più bella del mondo ha inizio!

La respirazione come atto di conoscenza

Scopriamo come cambia il nostro modo di respirare in gravidanza e come esso possa rappresentare uno strumento attraverso il quale percepire gradualmente come evolve il grembo materno nell’accogliere il nostro piccolino.

Semplificando… proviamo a pensare come se l’aria fosse colorata e che, con un po’ di concentrazione, noi possiamo scegliere, ampliare, modulare il flusso di questo colore che entra: possiamo scegliere quanto e dove collocarlo, possiamo scegliere la velocità di colorazione e la sua direzione.

Ma a cosa ci serve questa percezione del nostro respiro? Oltre ad una semplice tecnica di rilassamento, organizzare tale azione nei suoi diversi aspetti può consentirci di creare un’esperienza soggettiva di vicinanza con il nostro bambino.

Impariamo  ad immaginare il corpo nel suo movimento e nelle sue trasformazioni durante la respirazione. Possiamo farlo sin dai primi mesi per poi essere pronte e più consapevoli per le ultime settimane.

Ecco.. liberiamo la luce della percezione attraverso la respirazione, perché questo ci consentirà di scoprire come siamo mutevoli, elastiche, flessibili, variabili a favore di una gravidanza attiva.

Eh già! Cosi il respiro diventerà una carezza di consapevolezza del corpo e di organizzazione di questo in varie posizioni.

Certo che leggerlo così sembra complicato eppure sperimentato risulterà non solo un riappropriarsi cosciente del proprio corpo ma anche instaurare una maggiore sintonia con il nostro bambino.. difatti non dimentichiamoci che per lui il nostro battito cardiaco ed il nostro respiro sono le prime musiche che ascolta!

Detto ciò, ci siamo trasformati in fantastici direttori d’orchestra e la musica è scelta dall’amore mamma figlio, e se accanto ci sarà anche il papà sarà una melodia divina. Buon ascolto mamme!

La gioia del cambiamento evolutivo

È possibile festeggiare l’inizio del travaglio ballando samba? Perché no! Penserete che è  un po’ strano, eppure trascorrere i nove mesi con consapevole allegria sono il presupposto per affrontare al meglio i cambiamenti che ci saranno nei momenti successivi al parto; oltre che gettare le basi, a mio avviso, per una gestazione serena vissuta e percepita a pieno dal bambino.

Ma come si vive un cambiamento nel corpo in questi termini? L’esempio della respirazione potrebbe rappresentare il primo step per una consapevolezza di cambiamento del corpo ma il benessere di quest’ultimo risiede naturalmente anche in una buona attività fisica (laddove possibile) ed un’alimentazione sana.

Altri step di conoscenza corporea, per un adattamento del corpo durante la gravidanza, possono riguardare anche altri aspetti percettivi, come ad esempio l’organizzazione  del peso rispetto alla base di appoggio o anche di percezione ed organizzazione del movimento in diverse azioni.

La crescita e l’evoluzione del “NOI”

Tali organizzazioni posturali rispondono ad esigenze di plasticità e di adattabilità che non hanno nulla a che vedere con semplici contrazioni o rilasciamenti muscolari massivi, fissi e forzati. Difatti la domanda sorge spontanea, perché interessarci solo di spinte o rilasciamenti? Quanta forza secondo voi serve al nostro bambino per crescere nella nostra pancia?

Quanta forza occorre all’utero per dilatarsi? Beh, sono domande a cui non sappiamo dare una risposta e forse nemmeno un allenamento sarebbe utile, dal momento che la crescita e l’evoluzione del Noi (due individui fusi e combinati l’uno nell’altro) è reciproco, progressivo, variabile, affascinante.

E dunque, citando un famoso biologo e antropologo britannico G.Bateson “il fiume modella le sponde e le sponde guidano il fiume”, immergiamoci nell’idea di come il Noi, il Due è dato da una relazione reciproca tra parti che incontrandosi diventano altro… così come un gamete maschile ed uno femminile saranno Amore, saranno Vita! La (nostra) Grande Bellezza!

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