La voglia di tutù

Mi è venuta un’irrefrenabile voglia di tutù. Il che non significa – vi prevengo tutti subito – che io abbia voglia di un’altra gravidanza. Per carità. Non se ne parla. Non ora, almeno ma anche mai può andare bene. Né di avere una bambina che gira per casa. Però mi capita che mi venga questa voglia di frou frou.

Di fiocchi tra i capelli, metri di tulle rosa confetto, abitini bon ton, glitter, piccole borsette e collane in formato mini. Una voglia che mi prende soprattutto quando entro da Zara e da H&M, quando, invece dei pantaloni mimetici, vorrei portarmi a casa quella gonna a pois da abbinare alla camicia con collo alla coreana. O i mini short giallo fluo. O i leggins leopardati.

La voglia di laccare di rosso delle piccole unghie, di intrecciare i capelli in trecce raccolte, di abbinare le mie righe alle sue, di frivolezze.

Di piccole cose frivole e smorfiose. Di sentire racconti leggeri, di sguardi languidi verso il papà, di problemi di cuore e di una sensibilità da “donna”. Di giocare con le Barbie e con il Dolceforno, di passeggini in miniatura, bambole di pezza con annessa montagna di vestiti da cambiarle. Insomma di giochi e di vestiti “di genere”. Di tutto quello che è smaccatamente femminile.

Poi, però, solitamente succede che mi ricordo del perché ho sperato tanto che mio figlio nascesse maschio, del perché sarebbe stata molto più dura dover crescere “una femmina”. Del fatto che non augurerei a nessuna bimba una mamma, con carico di paranoie annesse, come me, del fatto che io non so trattare con le altre donne, non so essere diplomatica ma soprattutto del fatto che entrerei in competizione con mia figlia come farei (e faccio) con qualsiasi altra donna sulla faccia della terra. E mi dico che è andata bene così. Proprio nel migliore dei modi possibile.

Credo che prima o poi finirò per infilare un cappottino di bouclé a mio figlio, affermando con noncuranza che sì, quello è un modello da maschio, e allora? O quel paio di leggins a pois piccoli piccoli che tanto non se ne accorge nessuno. Sì, né il papà, né i nonni ne saranno felici ma credo che basterà dichiarare con convinzione che la commessa mi ha venduto quelle cose come indumenti da bambino. E se non basterà, pazienza. Mi sarà servito per togliermi questa (malsana) voglia!

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