Lavoro e DAD: il 30% delle mamme potrebbe licenziarsi se la didattica a distanza proseguisse

La didattica a distanza (o DAD) è stata una vera e propria prova per gli alunni e i loro genitori. Docenti e studenti all’improvviso, si sono ritrovati coinvolti in un modo di insegnare e di apprendere completamente diverso dal solito, e con delle nuove regole da seguire. Stando a quanto riportato da un report nazionale creato da alcuni ricercatori del Dipartimento di Scienze umane dell’Università di Milano Bicocca, sembrerebbe però, che molte mamme hanno trovato difficoltoso far combaciare lavoro e didattica a distanza.

La decisione di lasciare il lavoro per seguire i figli

Secondo una recente ricerca il 65% delle mamme che lavora ritiene impossibile conciliare lavoro e didattica a distanza. Il 30% di queste inoltre, rinuncerebbe al suo lavoro per seguire i figli, se la DAD continuerà pure a settembre.

Questo è quanto è emerso da uno studio dell’Università Bicocca di Milano intitolato “Che ne pensi? La DAD dal punto di vista dei genitori” ed effettuato a livello nazionale, su ben 7.000 genitori, per un totale di circa 10.000 bambini/ragazzi. I ricercatori evidenziano come i genitori hanno vissuto gli ultimi mesi di scuola dei figli nella propria abitazione, facendo un bilancio finale e offrendo alcuni spunti di riflessione per il prossimo futuro.

I punti chiave dello studio

I punti chiave della ricerca sono stati sostanzialmente i metodi, i tempi, gli spazi della didattica a distanza, la partecipazione, le emozioni suscitate negli alunni, i lati positivi e quelli negativi della DAD e, per finire, i timori ed i fattori principali per una corretta ripartenza dell’anno scolastico.

Al termine di questo anno scolastico svolto da casa, i genitori hanno potuto fare un bilancio esaustivo della didattica a distanza.
In poche parole, ritengono giusto utilizzare maggiormente la tecnologia per apprendere, e vedono favorevolmente un maggiore coinvolgimento nelle attività dei figli, ma vi sono pure delle forti critiche a riguardo.

In primis la quantità eccessiva di compiti da svolgere a discapito della didattica vera e propria, poi le relazioni interpersonali a distanza (soprattutto per i bambini), e infine la scarsa varietà nella proposta didattica, e quello dedicato alle attività ricreative.
Come ha dichiarato anche Giulia Pastori, la coordinatrice scientifica della ricerca “La ripartenza della scuola, così come di nidi e scuole d’infanzia è un’emergenza sociale di massima urgenza che è stata ed è ancora molto trascurata

Per ripartire alla grande con la scuola è fondamentale imparare dagli errori del passato il più veloce possibile.

Qui potete leggere il report completo.

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