L’importanza dell’acido folico per mamma e bambino

Sarà capitato, in questi giorni, di sentire uno spot sull’importanza dell’acido folico in gravidanza, con testimonial d’eccezione la presentatrice Ellen Hidding.

Ma cos’è esattamente l’acido folico e quali sono i suoi benefici più evidenti?

L’acido folico è una vitamina del gruppo B (B9, per l’esattezza), molto importante per l’organismo, in particolare durante il primo trimestre di gravidanza, perché in grado di ridurre la possibilità di sviluppo di malformazioni congenite a carico del tubo neurale, come la spina bifida, malformazione del midollo spinale e della colonna vertebrale, o altri difetti congeniti come le cardiopatie e le labio-palatoschisi.

L’acido folico e i folati, infatti, sono coinvolti nella sintesi di molecole importanti come DNA, RNA e proteine. Recenti studi, inoltre, hanno dimostrato che con questa vitamina si diminuiscono anche le possibilità di sviluppare cancro e diabete.

Assumere l’acido folico durante la gravidanza, o meglio, a partire da un mese prima del concepimento, è un aiuto concreto per prevenire queste gravi malformazioni congenite fetali.

Stando a un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, la percentuale di coloro che assumono acido folico è passata dal 4% al 30% (dal 2004 al 2011). Domenica Taruscio, Direttore del Centro Nazionale Malattie Rare – CNMR dell’Istituto Superiore di Sanità, ha però ribadito che “La percentuale di donne consapevoli del ruolo dell’acido folico nella prevenzione primaria delle malformazioni congenite e che lo assumono secondo i dosaggi raccomandati è però ancora troppo bassa” e una sensibilizzazione costante non può che essere ben accetta.

Oltre all’assunzione delle compresse di acido folico, una dieta corretta ed equilibrata è fondamentale.

Frutta e verdura (soprattutto quella a foglie verdi), legumi, cereali integrali, uova, banane, agrumi e frutta secca, infatti, sono alimenti ricchi di folati. Va ricordato che per una mamma in dolce attesa la quantità giornaliera necessaria aumenta notevolmente. Si passa, infatti, dal quantitativo di 0,2 mg in stato normale, agli 0,4-0,8 mg in stato di gravidanza.

jh

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