Lo sfogo di Elio: ‘genitori di disabili lasciati soli durante il lockdown’

Elio si racconta: la paura delle famiglie con figli autistici non è terminata con la fine del lockdown.

I genitori dei bambini autistici durante il lockdown

L’intervento di Stefano Belisari, in arte Elio, in occasione della due giorni di solidarietà organizzata dal Corriere della Sera vuole essere un monito di sensibilizzazione: ancora oggi la situazione delle famiglie con un figlio autistico è ignorata da tanti e la quarantena ha messo in difficoltà tanti genitori.

Il lockdown ci ha fatto capire come la vita sia imprevedibile, improvvisamente ci siamo ritrovati a dover fare i conti con l’incertezza e la paura. La nostra quotidianità non era più scandita dagli impegni lavorativi e famigliari, di settimana in settimana, ma procedevamo di giorno in giorno senza sapere cosa ci avrebbe riservato il giorno successivo. E così per quasi tre mesi siamo rimasti a casa, abbiamo sofferto e abbiamo tentato di costruire un equilibrio giorno per giorno, equilibrio che poi puntualmente veniva messo in discussione da un nuovo evento inaspettato.

“Quella sensazione di paura, di angoscia, di imprevedibilità legata al Covid, che è stata vissuta da tutti, ma che prima o poi terminerà, nel caso dell’autismo non termina mai”.

Ecco, Elio parte da qui per spiegare come la vita di genitori con un bambino autistico vive questa incertezza quotidianamente e non è cessata con la Fase 2 o la Fase 3.

Il lockdown ci ha reso più sensibili?

Uno dei problemi principali risiede nella poca conoscenza che le persone hanno dell’autismo. Elio racconta come lui stesso ne fosse poco informato prima di diventare padre. Solo in Lombardia ci sono 100.000 casi di persone autistiche, ma il tema è poco discusso e le conseguenze in quarantena si sono fatte sentire. Dopo la chiusura dei centri diurni, sono state interrotte anche le terapie fornite in casa.

Nella vita di un bambino autistico, si tratta di aiuti preziosi. Il tempo passa e quei giorni preziosi per l’educazione e la cura di suo figlio non ritorneranno” – lamenta Elio. È un grido di aiuto che risuona forte e chiaro e speriamo raggiunga la sensibilità di tanti italiani.

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