L’orologio biologico del genitore

Non credo che gli uomini sentano il ticchettare del proprio orologio biologico come le donne. Semplicemente per un elemento oggettivo, come ci ricorda Charlie Chaplin che diventò padre a 70 anni, come il fatto di non essere loro a dover mettere al mondo i figli. Secondo me, ma è solo la mia impressione, l’orologio biologico degli uomini inizia a muoversi subito dopo che sono diventati papà. Come se la nascita del loro bambino desse la carica ad un orologio fermo.

Nella mia esperienza, ci sono 4 sensazioni principali collegate all’orologio biologico di un papà.

Lui cresce, tu invecchi

Non c’è niente da fare, la nascita di un bambino ti inchioda più di qualsiasi altra cosa sull’asse del tempo. Inizi a pensare in prospettiva alle tappe della vita di tuo figlio confrontandole con l’età che avrai tu in quel momento.

Il primo pensiero va all’adolescenza, di solito un po’ turbolenta, e poi ai fatidici diciotto anni, alla maggiore età, ed alla patente. Per non parlare dell’idea dell’università e della, sperata, laurea.

Il tempo corre veloce

L’altro giorno, mentre mia figlia si lamentava del fatto che sembrava che l’orologio di cucina non si muovesse mai, mi è venuta naturale pensare a lei come quella lancetta dei secondi mancante. Senza quella il tempo passa ugualmente ma sembra che sia più lento. La lancetta dei secondi è sempre lì, in movimento, a mostrarti lo scorrere inesorabile del tempo.

Mi sembra che noi genitori siamo un po’ come le lancette delle ore e dei minuti che si muovono nel tempo lentamente, mentre i nostri figli sono quelle dei secondi, sempre in movimento, di corsa, a voler vivere un attimo dopo l’altro con il solito “E adesso a cosa giochiamo?”

Gli altri genitori sono più giovani di te

Avere un figlio ti porta inesorabilmente a confrontarti con i genitori degli altri bambini. Può capitare di trovarti alla riunione dell’asilo con intorno diversi papà di dieci anni anni meno di te.

E pensi che così tanti anni fa il pensiero di avere un figlio era quanto di più lontano. Pur convinto che quello fosse il momento giusto per diventare papà, potendo tornare indietro, forse, anticiperesti di qualche anno l’ingresso in quella favolosa avventura che è la paternità. Ma quell’orologio non si può far tornare indietro.

Senso di insicurezza per il futuro

Credo che tutti i genitori provino un senso di insicurezza per un futuro che sempre meno apparterrà loro e che sarà sempre più esclusivo dei propri figli. Vedere i figli piccoli, così bisognosi della nostra presenza, del nostro supporto, della nostra cura e del nostro amore ci fa guardare ancora con più attenzione a quell’orologio che vorremmo che si fermasse il più tardi possibile.

Non siete d’accordo?

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