Luci a led per ‘bruciare’ il coronavirus: succede in una scuola di Torino

Arriva da Torino, e precisamente da una scuola di Rivoli, una splendida notizia nella lotta al Covid. Qui si sta sperimentando una tecnica che sembra in grado di neutralizzare i virus presenti nell’aria: la luce ultravioletta. L’unico ragazzo positivo in effetti non sembra aver contagiato nessuno.

Torino: alla scuola Giulio Natta la tecnologia ‘Covid Free’

È stata già ribattezzata tecnologia ‘Covid free’ quella impiegata nel liceo scientifico alle porte di Torino per limitare il contagio da Coronavirus.
Si tratta di un impianto a led che prevede 112 punti luce, distribuiti nelle aule, 27 in tutto. Non si tratta di luce normale naturalmente, ma di luce ultravioletta. Il sistema è stato brevettato e installato da una ditta fiorentina, la Wiva Group.
La prova del nove, è proprio il caso di usare questa espressione scolastica, si è avuta (come conferma l’amministratore delegato della società il dottor Ranieri) è stato il fatto che l’unico ragazzo risultato positivo al Covid non ha contagiato nessuno degli altri compagni di scuola.
Si tratta della prima scuola ad avere implementato questa tecnologia, ed in effetti da gennaio ad oggi non si sono registrati focolai di Covid.

La tecnologia Covid Free spiegata dalla scienza

A commentare e spiegare la notizia è stato tra gli altri un medico dell’Università di Torino, specialista in chimica, il dottor Giamello.
Giamello ha chiarito come egli stesso sia rimasto sorpreso da questa semplice ma efficace invenzione, e che naturalmente la luce deve integrare i raggi ultravioletti, notoriamente deleteri per i virus, anche per questo. Il processo che sta alla base di questa tecnica si definisce ‘fotocatalisi’, ed è effettivamente in grado di rendere inattivo il virus, se non proprio di ucciderlo.
Inoltre questi impianti, essendo a basso impatto ambientale e di ridotto consumo energetico, possono rimanere sempre accesi, contribuendo a mantenere sterile l’aria.

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