Madri: ma dobbiamo sempre essere lo scudo dei figli?

Ci sono due fatti di cronaca che negli ultimi giorni hanno fatto molto discutere. Uno, più recente, è l’assassinio della professoressa Rosboch da parte di Gabriele Defilippi, 22 anni. L’altro, accaduto nel 2015 ma con un processo in corso, il tentato assassinio di Pietro Barbini, sfregiato con l’acido da parte di Alexander Boettcer e della complice Martina Levato.

Sullo sfondo dei due protagonisti, Gabriele e Alex, ci sono due madri. Due donne che in qualche modo difendono i figli, ignorano i loro comportamenti criminali.

Ma andiamo per ordine.

Alexander Boettcer: secondo la mamma un figlio con un passato difficile

Un mese fa la madre di Boettcer scrisse una lettera al padre di Barbini. Una lettera in cui si chiedeva all’uomo di spingere il figlio a ritrattare riguardo alla presenza di Alex durante l’aggressione, perché forse non avevano visto bene. Ovviamente senza tenere conto del fatto che era stato identificato sia da Pietro che dal padre.

E poi avrebbero rovinato la vita del figlio: che poveretto aveva dovuto subire molti traumi, come la morte della nonna e il passaggio alle scuole superiori.

Gabriele Defilippi: una madre, mille giustificazioni

Nel caso di Gabriele, la madre infermiera, che non riusciva a sbarcare il lunario con il suo stipendio, improvvisamente si trova in casa decine di migliaia di euro. Compra un appartamento. Prenota un’automobile. Il tutto grazie ad un figlio che un giorno esce vestito da Gabriella, che un altro porta a vivere sotto lo stesso tetto una donna di tanti anni più grande.

Ma essere madre significa davvero accettare tutto da un figlio? Giustificarlo in ogni cosa? Essere madre significa coprire un assassinio? Passare come un caterpillar sopra la sofferenza di un ragazzo sfregiato per sempre, dimostrando che non te ne può fregare di meno basta che tuo figlio si salvi?

Oppure essere madre significa prendere coscienza che i figli sono altro da noi, in grado di diventare belve e assassini, e che l’unica cosa da fare è consegnarli allo Stato perché li metta davanti alle proprie responsabilità?

E voi cosa ne pensate?

(ps. A chi dice: ma i padri??? Ecco, i padri non sono pervenuti in entrambi i casi. Ma abbiamo deciso di aprire il dibattito sulle madri…)

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