Mamme a 20 anni VS mamme a 30 anni: ecco le differenze

Candace Ganger blogger e scrittrice americana, si diverte a paragonare il suo essere mamma la prima volta a 20 anni e l’esperienza fatta qualche anno dopo a 30, con il suo secondo figlio. Il racconto mette in luce tutte le insicurezze e le ansie dell’avere il primo figlio e le rapporta all’essere mamma navigata ed esperta la seconda volta.

Candace, essere mamma un’esperienza che cambia con l’età

Candace Ganger a 24 anni si sentiva forte e ottimista. La prima figlia è arrivata presto e ha dovuto rimodulare la sua vita e rivedere le proprie priorità. Candace ha vissuto la magnifica esperienza di essere madre con ansia e preoccupazione, ma anche con una grande energia.

Qualche anno dopo è arrivato il suo secondo figlio. Lei ed il suo compagno erano più pronti ad affrontare le notti insonni e i molti piccoli imprevisti dell’avere in casa un neonato. In fondo ciò che ogni genitore impara presto è che non si può tenere tutto sotto controllo, qualcosa o forse più di qualcosa, sfugge sempre e allora è meglio essere se stessi e godersi il viaggio.

Essere mamma a 20 e a 30 anni

A 20 anni essere stanco vuol dire avere un’ottima capacità di ripresa, a volte basta un sonnellino e ci si sente riposati. Candace racconta nel suo blog che più di una volta anche se si sentiva molto spossata, ha chiamato una baby sitter ed è uscita con il suo compagno. A 30 invece, essere stanco per lei ha significato desiderare il letto anche alle 5 del pomeriggio.

A 20 anni la sua inesperienza era tale da farle vivere il suo essere mamma con mille ansie. Sempre preoccupata per la salute del sua prima figlia era costantemente al telefono con il pediatra e si chiedeva di continuo se non fosse il caso di portare la piccola in ospedale. A 30 anni con il suo secondo figlio, era più esperta e sapeva cosa fare, sentiva di poter gestire la crescita del suo bambino senza avere sempre il consiglio del pediatra.

Con la sua prima figlia era un problema anche spostarsi da casa per una visita ai nonni. Non si contavano le borse, i cambi ed i giochi che venivano caricati in auto. La partenza era accompagnata dalla certezza di non avere preso tutto il necessario. Il suo secondo figlio invece ha viaggiato spesso senza il suo giocattolo preferito o un cambio di tutina e non è accaduto nulla di irreparabile. Candace infatti ha imparato con l’esperienza che pannolini e salviettine sono le uniche cose indispensabili da tenere in borsa.

Anche il tema dell’allattamento è stato affrontato in maniera del tutto differente: se Candance ha vissuto come un dramma il suo non poter allattare al seno la sua prima figlia, per il secondo era molto più preparata e si è adattata presto.

Infine, la maturità ha portato in Candance un maggiore autocontrollo: non ha ceduto ai ricatti e ai capricci del suo secondo figlio, cosa che ha fatto con facilità con la sua prima figlia.

Candace con i suoi figli ha imparato a ridere delle sue insicurezze ed ha capito che non si deve essere perfetti per essere genitori…

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