Meglio non far sognare i nostri figli, lo dice la scienza

Inventore, astronauta, étoile o pilota di Formula 1: chi di noi, da bambino, non ha sognato a occhi aperti un futuro fuori dal comune? E quale dei nostri figli non ha passato almeno un pomeriggio a sognare ad occhi aperti cos’avrebbe fatto da grande con un lavoro insolito?

L’immaginazione e dei bambini non ha limiti e l’idea di poter diventare qualsiasi cosa vogliono è più che fondata. Anche a noi genitori quest’idea ci affascina: nel loro entusiasmo, nella loro fiducia nelle proprie forze ci crediamo, anche se – sotto sotto – ben sappiamo che la stragrande maggioranza di loro da grande avrà un lavoro “normale” come impiegato, segretaria o operaio.

Genitori, attenzione alle vostre ambizioni!

Eppure, secondo quanto sostiene la psicologa Erina Reischer sulle pagine del Washington Post, non porre limiti all’immaginazione dei nostri figli e alle probabilità che i sogni a occhi aperti divengano realtà è un errore. Supportata da diversi studi, la psicologa sostiene che porsi obiettivi eccessivamente ambiziosi è deleterio: molti ragazzi dichiarano di aver copiato a scuola per non deludere mamma e papà o di sentirsi troppo pressione dalle loro aspettative.

Inoltre, passando ai nostri figli il messaggio con il quale basta l’impegno per avere successo, si trascura il fattore fortuna o casualità che, nella vita di noi tutti, ha un peso decisivo; secondo la psicologa, infatti, si vorrebbe chiudere gli occhi dinanzi a forze esterne alla nostra volontà e al nostro impegno che hanno influenza sul successo delle nostre scelte.

La lettura di Erina Reischer può ben essere lo spunto per aprire un dibattito a tema: secondo voi ha senso porre un limite alla fantasia e all’immaginazione dei nostri figli sul loro futuro, facendoli tornare con i piedi per terra, oppure è meglio che – almeno per pochi anni della loro vita – possano davvero credere di poter essere quello che vogliono a prescindere dalle effettive possibilità di realizzare i loro sogni a occhi aperti?

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