Nel (cog)nome del matriarcato

Stavo già pensando da un po’ di aggiungere al cognome di mio figlio anche il mio: per una volta sono felice di essere stata battuta sul tempo da una sentenza. Mercoledì, infatti, la Corte Costituzionale ha deciso che le norme che impongono di dare automaticamente ai figli il cognome del padre, sono illegittime le norme.

Cosa significa tutto questo? Che ora i genitori potranno decidere se dare al proprio figlio entrambi i cognomi o solo quello della madre o del padre.

In pratica, quello che la sentenza abolisce è l’automatismo dell’assegnazione del cognome del padre al figlio appena nato.

Fino ad oggi l’aggiunta del cognome materno era possibile solo attraverso una procedura, rivolgendosi in Prefettura, che permetteva sì di affiancare il cognome della madre a quello del padre ma non di stabilire l’ordine: quello che ancora non è chiaro è come funzionerà retroattivamente parlando.

Quando è nato mio figlio ero presa da altre cose, dalla rivoluzione in atto, dall’allattamento, dalle notte insonni: insomma, la questione del cognome non mi stava a cuore allora quanto mi sta a cuore oggi, quanto dovrebbe sempre.

Solo col passare degli anni ho capito che era giusto insegnare a mio figlio la parità non solo attraverso l’esempio ma anche con un gesto concreto che gli raccontasse quanto sia importante mettere sullo stesso piano i genitori. Dare dei ruoli non mi è mai piaciuto, dare dei nomi sì, moltissimo. Ora, dare un cognome sarà un piacere che ha il sapore di equità.

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