Ossiuri nei bambini: come riconoscerli e curarli

Tra i disturbi di salute dei bambini piccoli ai tempi del nido e della scuola materna, i più temuti dai genitori sono sicuramente gli ossiuri: sono dei parassiti molto contagiosi che appunto contagiano molto più facilmente i bambini piccoli che portano tutto in bocca e che purtroppo possono contagiare il resto della famiglia se non si rispettano alcune accortezze.

Cosa sono gli ossiuri

Gli ossiuri sono una tipologia di verme intestinale purtroppo molto incline ad infettare i bambini sin dall’età pre-scolare. L’infezione provocata da questo parassita (noto come Enterobius vermicularis) si stima colpisca mediamente 1 bambino su 4; spesso il problema viene scoperto dai genitori non solo per via dei disturbi riscontrati dal bambino (che potrebbero essere simili come sintomatologia a problematiche differenti) ma a causa di una prova visibile anche ad occhio nudo: i vermi, di forma filiforme, di colore biancastro, lunghi in genere non più di un centimetro, possono presentarsi nelle feci.

Qualora questo accada non bisogna andare nel panico ma rivolgersi immediatamente ad un pediatra che sarà in grado di prescrivere il trattamento più appropriato ed efficace; una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo possono aiutare a prevenire complicazioni e a prevenire la diffusione nei confronti di altre persone della famiglia.

Le cause della presenza di ossiuri nei bambini

L’infezione si verifica nella maggior parte dei casi per la classifica via feci-mano-bocca: il bambino infatti ingerisce le uova degli ossiuri, che possono essere presenti su superfici contaminate come giocattoli, asciugamani o vestiti. Può anche capitare che le uova siano disperse nell’ambiente e poi inghiottite o che si depositino sotto le unghie.

Quando il bambino si gratta nella regione perianale le uova possono trasferirsi alle mani e ad altre superfici, che possono rimanere infettive anche fino a 3 settimane.
Altri fattori di propagazione (anche se molto più rari di quelli legati alla scarsa igiene) possono essere il consumo di cibi poco cotti, crudi o non lavati adeguatamente; carni e frutta e verdura sono gli alimenti a cui bisogna prestare maggiormente attenzione in questi casi.

Ossiuri nei bambini: i sintomi

I sintomi più comuni associati all’infezione da ossiuri sono:

  • Prurito intenso intorno all’ano, soprattutto di notte.
  • Irritazione e arrossamento della pelle intorno all’ano.
  • Difficoltà a dormire o riposo disturbato a causa del prurito.
  • Disturbi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea o costipazione.
  • Perdita di appetito.
  • Perdita di peso.

Molti di questi sintomi come intuibile possono causare fenomeni di malnutrizione, in quanto il bambino per via del fastidio provato potrebbe voler rinunciare a mangiare e questo potrebbe interferire con la sua capacità e voglia di andare a scuola o di svolgere le normali attività quotidiane; senza contare che sintomi come il prurito potrebbero renderlo particolarmente irritabile e nervoso.

In alcuni individui questo potrebbe provocare anche un fenomeno di enuresi (fare la pipì a letto mentre si dorme) o portare il bimbo a digrignare spesso i denti.

Sono anche molto comuni i casi in cui l’ossiuriasi può presentarsi con forma asintomatica e solo, come si accennava nel primo paragrafo, il ritrovamento degli ossiuri nelle feci, nella biancheria intima o nel pannolino permettono una diagnosi.

Come diagnosticare al meglio la presenza di ossiuri

Per diagnosticare la presenza di ossiuri bisogna ispezionare la zona anale e perianale, possibilmente nelle prime ore del mattino perché in genere è durante la notte che che gli ossiuri femmine depongono le loro uova (è proprio questo movimento a causare il prurito e i disturbi che come detto sono più evidenti di solito nelle ore notturne).

L’ispezione verrà compiuta dal medico, ma se un genitore vuole accertarsi anche prima della visita può provare anche egli stesso: basta solo scostare delicatamente le natiche e in alcuni casi i vermi potrebbero essere visibili anche ad occhio nudo.

In ogni caso il medico procederà comunque attraverso due tipi di analisi:

  • Un esame parassitologico delle feci. In genere si raccolgono dei campioni per tre volte in giorni diversi, e vengono poi analizzati per confermare presenza di vermi o uova.
  • Lo scotch test. Il test del nastro adesivo consiste nel prelievo di un campione, effettuato attraverso una striscia di nastro adesivo posta intorno all’ano del bambino, al mattino presto prima del lavaggio o dello sfregamento della zona. Il campione, staccato dopo 5 minuti, viene quindi esaminato al microscopio sempre al fine di identificare la presenza di uova.

Cure e soluzioni per eliminare i vermi ossiuri

Qualora la diagnosi sia stata confermata il medico prescriverà il trattamento che ritiene più appropriato nel caso specifico. In genere questo riguarda la somministrazione di farmaci antielmintici (mebendazolo o albendazolo), in forma di compresse o a sciroppo, che va ripetuta a distanza di 11-15 giorni in modo da eliminare anche le possibili uova già presenti nell’apparato del bimbo.
E’ consigliabile che tutti i membri della famiglia assumano il farmaco negli stessi giorni in cui deve farlo il piccolo.

Nonostante il trattamento l’infezione è possibile che si ripresenti: è importante dunque sia come rimedio che come prevenzione seguire i seguenti consigli:

  • adottare buone pratiche igieniche, come lavarsi le mani regolarmente, cambiare la biancheria da letto e della persona infetta frequentemente.
  • pulire accuratamente le superfici dei sanitari e gli oggetti che potrebbero essere stati in contatto con le uova di ossiuri (fare grande attenzione ai giocattoli che i bimbi più piccoli mettono in bocca).

Se il bambino è incline a portarsi spesso le mani in bocca o a mangiucchiarsi le unghie tenerle corte e lavarle con uno spazzolino 2 volte al giorno può rivelarsi molto utile.

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