Pancioni in coda: il diritto alla precedenza è solo questione di buon senso

Immagina di avere un pancione talmente grande, ma talmente grande, da non riuscire a vedere che scarpe ti sei messa.

Oppure, se ti viene più facile, immaginati con un pancino piccino piccino, ma con una nausea spropositata. Bene, ora scegli se accollarti un dolore al nervo sciatico, la schiena dolorante, o le gambe gonfie. Fatto?

Congratulazioni, sei incinta!

Ti chiedo ora un ulteriore sforzo di immaginazione: mettiti in moto e vai al supermercato a fare la spesa, per la precisione piazzati davanti al banco dei salumi e prendi il fatidico numeretto. Hai ben sette persone davanti a te e poca voglia di aspettare, tanto più che il salame che devi comprare non è nemmeno per te, ma per il futuro papà, che se lo mangerà alla faccia della toxoplasmosi.

Ma torniamo a noi, a seconda dello scenario che hai immaginato ad inizio articolo, senti la pancia che pesa, la nausea che incombe o qualunque altro dei dolori sopracitati che inizia a pulsare. A questo punto le possibilità di ottenere uno sconto sulla fila sono tre: sporgere in avanti la pancia di modo che diventi inequivocabile e possa impressionare qualcuno, manifestare un’indomabile voglia di prosciutto cotto o affidarti al buon senso delle persone per ottenere così la precedenza.

E se nessuna di queste opzioni dovesse funzionare? Fingi una contrazione improvvisa, fa sempre scena.

Attenzione però, nemmeno quest’ultima è una soluzione infallibile, dal momento che non esiste legge alcuna che stabilisca che tu, la tua pancia e i tuoi dolori abbiate la precedenza sul resto della fila.

È solo una questione di buon senso.

E quando di buon senso si tratta: si salvi chi può!

Altra storia se parliamo invece di avere la precedenza su liste d’attesa per esami medici prescritti nel corso della gravidanza. In questo caso il medico può inserire nella prenotazione un codice atto a garantire lo stato d’urgenza, che permette alla donna di eseguire le visite in tempi ristretti.

Qualora tali liste d’attesa fossero però troppo lunghe, bisogna inviare una richiesta scritta alla Asl di riferimento e chiedere di poter svolgere l’esame in una struttura pubblica entro le tempistiche stabilite. Se l’Asl non dovesse rispondere, o dovesse negare tale possibilità, ci si può rivolgere ad un centro privato e, in seguito, chiedere al Servizio Sanitario Nazionale il rimborso della spesa sostenuta. Anche perché, detto tra noi, se per esami medici dovessimo affidarci al buon senso, rischieremmo un’ecografia a pancia vuota, quando il nostro pargolo si sta già reggendo dritto sulla schiena ed è ormai pronto ad affacciarsi al mondo dello svezzamento.

Il pancione dunque non vale come pass-salta fila, ma è un buon modo per mettere alla prova il buon senso delle persone e per stupirsi davanti alla bellezza di un gesto di spontanea gentilezza.

Ma attenzione, qualora tu e la tua pancia godiate di ottima salute (e ve lo auguro di tutto cuore!), provate a buttare un occhio alle altre persone in coda con voi: potrebbe esserci un vecchietto ricurvo sul suo bastone o magari una mamma con un bimbetto esplosivo nel carrello. Usate il buon senso e date loro la precedenza!

Una Bionda e Una Penna

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