Prematuri: una terapia per migliorare le capacità cognitive e comportamentali

15 marzo 2024.

Un importante progresso è stato realizzato nell’ambito della comprensione e del trattamento delle problematiche cognitive e comportamentali che interessano i bambini nati pretermine.

Questo avanzamento è frutto della collaborazione tra l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e l’Irccs Giannina Gaslini di Genova, che hanno sviluppato un modello preclinico innovativo.

Tale modello facilita lo studio approfondito di queste difficoltà, come riportato dalla rivista Sciences Advances.

Un farmaco come aiuto ai bambini nati pretermine

Un farmaco già in commercio è stato identificato come potenziale soluzione per ridurre la gravità di queste condizioni, segnando un passo avanti nella ricerca terapeutica.

I neonati gravemente prematuri, nati prima della 32ª settimana di gravidanza, affrontano sfide notevoli a causa dello sviluppo incompleto degli organi e del distacco anticipato dalla placenta materna.

Questo li priva di sostanze vitali, come l’IGF-1, fondamentale per la crescita di diverse cellule, inclusi i neuroni.

Le sfide cognitive e comportamentali nei prematuri

Nonostante gli avanzamenti scientifici e tecnologici abbiano migliorato la sopravvivenza dei prematuri, questi bambini sono più predisposti a disturbi cognitivi e comportamentali rispetto ai nati a termine. L’assenza di un modello preclinico adeguato ha limitato la ricerca di trattamenti specifici fino ad ora.

Il team di ricerca del Brain Development and Disease presso l’IIT, guidato da Laura Cancedda, ha creato il primo modello preclinico che replica gli effetti neurologici della mancanza di IGF-1.

Questa innovazione permette di analizzare i disturbi neuropsichiatrici nei prematuri con precisione, offrendo una metodologia che potrebbe estendersi allo studio di altre patologie del sistema nervoso centrale.

L’importanza dell’IGF-1 e le ricerche future sulla placenta artificiale sottolineano il potenziale di mitigare le conseguenze delle nascite premature.

Inoltre, la scoperta del Ganaxolone come trattamento potenziale per i deficit cognitivi e comportamentali apre la strada a futuri studi clinici pediatrici.

Questo farmaco, già approvato dalla FDA per l’epilessia, promette una rapida transizione verso l’uso in nuove ricerche mirate ai disturbi neuropsichiatrici nei prematuri.

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