Quarantena, se il Covid è in classe dura di più: la protesta dei genitori

Nella già difficile situazione dei contagi della quarta ondata, si inserisce la confusione delle famiglie, di certo non aiutate dalle istituzioni quando si parla di contagi a scuola : è infatti emerso da poco il cosiddetto “paradosso dello studente” una situazione in cui le regole per gli adulti non si applicano nei casi riscontrati a scuola. Ve lo spieghiamo meglio.

Quarantena a scuola, a protesta dei genitori

Normalmente, se un ragazzo vaccinato o guarito entra a contatto con un positivo al Covid fuori da scuola la quarantena è di 5 giorni con l’obbligo di un tampone antigenico o molecolare al termine. Ma se invece il contatto col positivo avviene a scuola, e i positivi in una classe sono due, si finisce tutti quanti in Dad, con la quarantena che in quel caso dura 10 giorni anziché i classici 5, indipendentemente dal proprio status vaccinale.

Una misura giudicata dai genitori incoerente, quella che regola attualmente la quarantena a scuola. Un luogo che a quanto pare viene considerato dal legislatore più insicuro rispetto ad altri, se a parità di condizioni il periodo di isolamento risulta raddoppiato. Ė quello che qualcuno ha già ribattezzato “il paradosso dello studente”, costretto a fare i conti con due tipi di quarantena: la quarantena scolastica e quella sociale.

Un cortocircuito che diventa ancora più evidente e difficile da accettare quando destinatari della misura sono bambini e ragazzi vaccinati o guariti. Poco importa: anche loro, se emergono un paio di casi in classe, non solo finiscono in Dad, ma sono costretti ad osservare la quarantena al pari dei loro coetanei non immunizzati rispetto al virus.

Quarantena a scuola, la posizione del governo

Al netto delle proteste dei genitori (alcuni comitati hanno perfino lanciato delle petizioni online per chiedere una modifica delle regole) e dei pareri di molti esperti, per il momento il governo non pare intenzionato a cambiare registro. Ad esprimere la posizione del governo Draghi è stato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che ha spiegato come il motivo di tanta prudenza quando il contagio avviene nell’ambito scolastico sia riconducibile al fatto che la percentuale di bambini vaccinati ta i 5 e gli 11 anni è ancora molto bassa.

Per questo, ha sostenuto, è giusto che vi sia una regola diversa rispetto a quella prevista per la popolazione generale, maggiormente vaccinata. Sempre Sileri, però, non esclude che all’aumentare della popolazione scolastica vaccinata non possa seguire anche un allentamento delle misure, compresa la quarantena.

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