Riapertura delle scuole: le proposte delle regioni e dei sindaci

Molti Enti Locali stanno iniziando a programmare il rientro a scuola a settembre. In Veneto e in tanti comuni si punta su soluzioni alternative, come fattorie didattiche e asili di ispirazione scandinava all’aperto.

Le Regioni si preparano al rientro a scuola

Le Regioni e il Governo stanno già pianificando il rientro a scuola per settembre, pensando a come riammettere gli studenti nei plessi mantenendo distanze e regole di sicurezza. Si cercano soluzioni alternative anche per permettere ai più piccoli di uscire dall’isolamento domestico per interagire, in tutta sicurezza, con i propri coetanei.

La fase 2 del contenimento del virus si preannuncia poi già critica per i genitori che dovranno rientrare al lavoro: senza poter contare sulle scuole e con i nonni isolati e irraggiungibili, a chi affidare i piccoli durante il giorno? Il Governo ha messo a punto una task force che si occupa del rientro a scuola, studiandone tempi e modi, ma sta ragionando sulla riapertura di settembre, senza proporre soluzioni per i prossimi mesi.

Riaprire gli asili prima di settembre

Il Veneto sembra intenzionato a riaprire gli asili privati già dalla fine di maggio, trasformandoli anche in centri estivi per affrontare il problema quando la stagione scolastica sarà finita. La Regione promette accorgimenti per garantire la salute di tutti, ma il Governo rimane scettico sull’opportunità di riaprire così presto.

Il Veneto si ispira al modello scandinavo: in Norvegia, Svezia e Danimarca gli asili sono già riaperti. Lì i bambini possono giocare solo in piccoli gruppi, utilizzando solo giocattoli lavabili che vengono sanificati più volte al giorno e senza portare nulla dall’esterno. Anche in Scandinavia però ci sono molte perplessità su questo esperimento e molti fra genitori ed insegnanti non vedono di buon occhio l’idea di importare il modello in Italia.

Della stessa idea il Sindaco di Ravenna, Michele de Pascale che promette alle famiglie di studiare delle soluzioni prima di settembre, possibilmente già a fine maggio, compatibilmente con le indicazioni del governo. Ma è evidente, come ha dichiarato, che “Distruggere ogni socialità tra bambini per così tanto tempo è pericoloso. Dobbiamo decidere qual è il male minore. E non c’è solo il futuro dei più piccoli in ballo“.

Anche il futuro delle famiglie è a rischio, secondo il primo cittadino di Ravenna, poiché molti genitori si troveranno a dover decidere chi resterà a casa con i bambini, lasciando il lavoro.

Le soluzioni del Veneto per la riapertura

Oltre alla possibile riapertura degli asili a maggio, il Veneto sta studiando numerose soluzioni per fare fronte alla fase 2. L’obiettivo è riportare il prima possibile la vita dei bambini alla normalità e diminuire il peso sui genitori, permettendo loro di tornare al lavoro in modo più sereno. Per farlo è possibile sfruttare gli spazi all’aperto già disponibili, per evitare il sovraffollamento di strutture scolastiche che in molti casi risultavano inadeguate già prima della diffusione del Coronavirus.

Coldiretti ha offerto alla Regione ben 301 fattorie didattiche da riattivare con un progetto condiviso. Gli spazi aperti permettono un maggiore distanziamento sociale e diminuiscono i rischi di sovraffollamento presenti nelle classi, mentre l’attivazione di nuovi protocolli permetterebbe di tenere tutti in sicurezza anche nei momenti che richiedono aggregazione e socializzazione.

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