Sanremo 2023: Chiara Ferragni sfida il sessismo sul palco dell’Ariston

Nella prima serata del festival di Sanremo la conduttrice legge una lettera scritta alla sé bambina che rappresenta un messaggio universale per tutte le donne che stanno combattendo contro la violenza. Sfoggia abiti manifesto e prova a toccare il cuore delle donne, esortandole con coraggio e dedizione ad essere semplicemente sé stesse.

Moda e parole contro la violenza sulle donne

I cambi d’abito delle conduttrici del Festival sono sempre stati uno dei momenti più attesi dal pubblico dell’Ariston, ma quest’anno la fashion blogger e imprenditrice più famosa d’Italia ha voluto caricarli di un significato ben preciso, presentando veri e propri abiti-manifesto nati da un’idea della stessa Chiara Ferragni e realizzati da Mariagrazia Chiuri per Dior.

Quando abbiamo iniziato a pensare agli abiti per le due serate di Sanremo abbiamo subito capito di non volere vestiti solo perché eccentrici o pretenziosamente belli, ma sentivamo la necessità di portare sul palco più popolare d’Italia un messaggio sociale, anche attraverso la moda.

Il primo abito con cui si è presentata si intitola proprio “Il vestito manifesto“: un vestito nero con la stola bianca e la scritta pensati libera. Un messaggio forte e chiaro nei confronti di tutte le donne.

Le semplici e pur così forti parole arrivano da un’opera di Claire Fontaine che speriamo possano ispirare tutte le donne a sentirsi libere di uscire dal ruolo che è stato a loro imposto dalla società.

Sulle note di Sei bellissima, l’imprenditrice influencer Chiara Ferragni scende le scale dell’Ariston con un abito intitolato “Il vestito senza vergogna”, che desta subito l’attenzione con un intento ben preciso:

Riportare l’attenzione sui diritti delle donne, del loro corpo e su come il disporre del corpo femminile dalle stesse sia, purtroppo, ancora considerato discusso e discutibile. Questo è l’obiettivo dietro questo look.

“Questo vestito non è trasparente, è solo un disegno del mio corpo”, spiega la Ferragni. La scelta di questo vestito? Il significato molto profondo che si lega al monologo che ha svolto subito dopo sul palco dell’Ariston.

Rivolgendosi all’uditorio, legge una lettera rivolta alla bambina che è stata. La rassicura dicendole ciò che avrebbe voluto sentirsi dire da piccola. Le scopre il futuro che ha avuto: due figli, un grande vero amore e tanto successo.

L’influencer poi dedica le ultime frasi della lettera al ruolo cruciale delle donne nella società. “Essere una donna non è un limite”, afferma incitando le donne a lottare insieme per cambiare le cose in questa società.

Il compenso di Sanremo donato ad un’associazione che lotta contro la violenza sulle donne

Alle parole pronunciate seguono i fatti. Chiara Ferragni è accanto alle donne e lo fa anche con una decisione: devolvere l’intero compenso per la sua partecipazione al festival di Sanremo all’associazione D.i.R.E (donne in rete contro la violenza).

L’influencer è convinta, in questo modo, di lanciare un forte messaggio. Devolvere il compenso significherà dare un aiuto concreto a questa associazione romana che da anni si batte contro la violenza sulle donne e aiuta coloro che subiscono maltrattamenti in ogni forma, fisica, psicologica o economica.

Le stesse attiviste dell’associazione scendono con lei la scalinata dell’Ariston per lanciare il loro appello: nell’accompagnarle, Chiara ha indossato “Il vestito contro l’odio”: un abito peplo bianco con ricamati sopra, con perle nere, tutti gli insulti sul suo corpo e sue scelte ricevuti nel corso della sua carriera social:

Con questo abito peplo portiamo sul palco del teatro Ariston alcune delle critiche rivolte a Chiara sul suo aspetto, sul suo corpo e soprattutto sulla sua libertà di sentirsi donna oltre che mamma. Le frasi di disprezzo ricamate in perle nere sono le vere offese che ogni giorno gli haters rivolgono alle sue foto postate su Instagram.

Liberare le nuove generazioni dagli stereotipi di genere nei quali spesso le donne si sentono ingabbiate”: è questo infine il messaggio dell’ultimo abito della serata, intitolato “La Gabbia“, che vede una tuta di jersey ricamata di strass intrappolata in una gonna di tulle:

Questo abito rappresenta la speranza di rompere le convenzioni imposte dal patriarcato. Una speranza che riponiamo nelle bambine di oggi che saranno le donne di domani. Questo è l’augurio di una mamma alla sua bambina, che possa finalmente gridare Vittoria!

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