Sviluppo della memoria nei neonati: quando arrivano i primi ricordi?

Nessuno di noi ricorda nulla (o quasi) della propria primissima infanzia: da zero a due/tre anni è come se avessimo un buco nero, un vuoto in cui non ricordiamo niente. È normale: secondo gli esperti, a questa età il nostro cervello non è ancora pronto a formare i ricordi di lunga durata per un’immaturità dell’ippocampo, l’area del cervello a ciò preposta.

Oppure, secondo un’altra teoria, i nostri ricordi sarebbero semplicemente formulati, ma lasciati in una sorta di stand-by. Schiacciando poi i tasti giusti si accenderebbero i ricordi che diverrebbero chiari e nitidi.

Stimoli, stimoli e ancora stimoli per lo sviluppo della memoria!

Ad ogni modo, suggeriscono gli esperti, la memoria nei primissimi anni di vita (da 0 anni fino all’età della scuola dell’infanzia) va assolutamente stimolata, in quanto è il periodo “giusto” per lo sviluppo della memoria.

A questa conclusione è giunta la ricerca condotta da Cristina Alberini, ricercatrice e professoressa del Center for Neural Science della New York University, e pubblicata su Nature Neuroscience, che suggerisce di stimolare quanto più possibile il cervello dei bambini da zero a tre/quattro anni.

Come stimolare il cervello dei neonati in questa fase?

Con il narrare (o leggere) storie, con filastrocche, con familiarizzare con volti nuovi. I racconti dovrebbero essere incentrati su elementi come un “chi”, un “che cosa” o un “quando”.

Ma, attenzione, vietato giocare facile: la televisione non va bene come stimolo cognitivo dei bambini.

Anche se, in sostanza, il cervello non ci sembra pronto a formare dei ricordi, sarebbe già in pieno fermento: degli studi condotti sui topolini hanno dimostrato come, in tenerissima età, i piccoli roditori siano già in grado di rispondere positivamente ai numerosi stimoli ricevuti. Non è un caso se, infatti, imparare una seconda lingua, oltre quella madre, in tenerissima età è molto più semplice che più avanti nel tempo e i benefici del bilinguismo siano facilmente rilevabili già a 11 mesi.

Il video della settimana

Un commento

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *