Un libro per aiutare i bambini malati: il gatto che aveva perso la coda

Da un’idea di due tecnici radiologici è nato il bellissimo libro illustrato “Il gatto che aveva perso la coda”, una storia per dare coraggio a tutti i bimbi che affrontano una malattia.

Una storia per ritrovare il coraggio 

Pubblicato nel 2010, “Il gatto che aveva perso la coda” nasce da un’idea di due tecnici radiologici che lavorano nei reparti di Oncologia Pediatrica e di Radioterapia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. La storia narra di un gatto che per ritrovare la coda perduta dovrà affrontare un lungo viaggio e tante difficili prove : pian piano le supererà armato di spirito e coraggio nonostante la paura.

il gatto era piccolo e aveva paura, ma indossava il casco, un casco da eroe spaziale…

Il parallelismo tra il viaggio del piccolo gatto e il percorso terapeutico del bambino malato di tumore è evidente. È proprio grazie alla metafora del viaggio, che il libro riesce a descrivere questo percorso senza parlare di malattia, che rende questo racconto molto prezioso per i bambini e anche i genitori.

Carthusia, Fondazione IRCCS e Fondazione magica Cleme

Il progetto è stato seguito e realizzato grazie al prezioso contributo di Carthusia (casa editrice che da oltre vent’anni si occupa di pubblicazioni su argomenti delicati come questo), la Fondazione IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dalla Fondazione “Magica Cleme” che da oltre quindici anni si occupa di offrire possibilità di divertimento e gioco ai bambini sottoposti a cure oncologiche.

La preziosa arte di saper raccontare favole

L’esperta penna di Emanuela Nava, autrice di moltissimi libri per bambini (come Coccodrilli a colazione e C’era una volta un delfino piccolo piccolo), e l’illustratrice Annalisa Beghelli hanno realizzato l’idea e le intuizioni di Gabriele Carabelli e Sarah Frasca (i due tecnici di radiologia ideatori del progetto).
Da sempre raccontiamo storie ai bambini nel tentativo di far passare un messaggio educativo (la classica morale della storia).

Quest’arte che accompagna l’uomo dai tempi antichi rimane ancora oggi un’arma efficace e indispensabile per educare non solo in termini di buon comportamento, ma anche e soprattutto per educare a conoscere i propri sentimenti e il proprio stato d’animo. Insomma, le favole sono una vera cura per l’anima e sarebbe bene raccontarne il maggior numero possibile ai nostri bambini.

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