Un nuovo vaccino per debellare la poliomelite entro il 2017

In un’epoca in cui il tema delle vaccinazioni infiamma gli animi e apre dibattiti piuttosto accesi arriva una notizia che non può passare inosservata: dal 17 aprile e fino al 1° maggio sarà in corso una nuova fase di vaccinazione a livello mondiale per debellare la poliomelite.

L’intervento si inserisce nel più ampio progetto portato avanti dall’OMS che mira alla completa eradicazione della malattia entro la fine del 2017: ad oggi in molti Paesi la malattia è stata eradicata, ma ci sono ancora più di 150 Stati in cui è presente. In questi Paesi, l’OMS ha avviato una campagna di vaccinazione per eliminare la malattia in maniera definitiva.

Quali sono i danni provocati dalla poliomelite 

La poliomelite è una grave malattia infettiva che colpisce i neuroni motori del midollo spinale e che, nei casi più gravi, può portare alla paralisi completa, interessando non solo i muscoli delle gambe, ma anche quelli innervati dai nervi craniali inibendo così la capacità di ingerire, parlare e respirare.

Nonostante i progressi della scienza, la poliomelite oggi non si può curare, ma si può solamente prevenire, tramite la vaccinazione.

I dati sulla poliomelite sono incoraggianti: dal 1988 a oggi i casi sono diminuiti del 99% e, in termini relativi, si è passati dagli oltre 350.000 casi del 1988 ai soli 1.349 del 2010. Ma non basta: infatti, basta un solo bambino contagiato per ri-diffondere una malattia davvero terribile.

Per questo, quindi, l’OMS ha lanciato la campagna per eradicare la malattia nei Paesi in cui la poliomelite è ancora diffusa, con la somministrazione – per via orale – del vaccino vivo attenuato di Sabin.

La situazione in Italia

In Italia, la certificazione OMS per l’eradicazione della malattia risale al 2002; da allora si somministra il vaccino inattivato di Salk; il calendario vaccinale prevede la somministrazione nel corso del primo anno di vita, con richiamo ai 5 o 6 anni, in combinazione con altri vaccini (vaccino esavalente).

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