Vaccino contro l’HPV: tutto quello che c’è da sapere

Il vaccino contro l’HPV può prevenire infezioni fastidiose ed estremamente contagiose e anche ridurre notevolmente l’incidenza di tumori al collo dell’utero.

Cos’è l’HPV e quali problemi causa

L’HPV è il virus che causa il papilloma umano, una malattia sessualmente trasmissibile potenzialmente molto pericolosa, perché alcuni ceppi di questo virus possono causare il cancro alla cervice uterina, uno dei tumori più comuni fra le donne.

Secondo uno studio circa il 3% di tutti i casi di tumore nelle donne e il 2% negli uomini dipenderebbe dai ceppi HPV 16 e HPV 18, i più aggressivi. Nella maggior parte dei casi un’infezione da papilloma virus si risolve con poche conseguenze, spesso è addirittura asintomatica, pur restando molto contagiosa, o produce verruche benigne.

La possibilità di contrarre un tumore a seguito dell’infezione è però sempre presente. Combattere questo virus è possibile e ad oggi sono disponibili diversi tipi di vaccini, che possono arrivare a proteggere da ben 9 ceppi, i più pericolosi, del virus HPV.

Perché vaccinarsi contro l’HPV


La vaccinazione contro l’HPV rappresenta una misura cruciale per combattere la diffusione di questo virus, che può causare non solo lesioni cutanee innocue ma anche condizioni potenzialmente cancerogene.

La strategia di immunizzazione mira a raggiungere una vasta copertura vaccinale tra uomini e donne, idealmente prossima al 99% degli individui a rischio, con l’obiettivo finale di eradicare il cancro cervicale.

Un esempio emblematico di questo successo proviene dall’Australia, dove un’ampia adesione alla vaccinazione ha già portato alla drastica riduzione delle lesioni benigne tra gli adolescenti, preannunciando l’eliminazione del cancro cervicale entro il 2030.

Il vaccino contro l’HPV protegge contro l’infezione e riduce del 90% la possibilità di contrarre tumori causati da questi virus. I bambini andrebbero vaccinati, secondo le indicazioni dell’OMS, fra i 9 e i 14 anni, prima che diventino sessualmente attivi, anche se l’età consigliata può variare leggermente a seconda della tipologia di vaccino.

Anche la vaccinazione in età adulta, fino a 45 anni, può offrire vantaggi: è stato infatti evidenziato com il vaccino possa potenziare il sistema immunitario (anche in donne positive al pap test) nella lotta contro il virus e aiutarlo a prevenire l’insorgenza di lesioni pre-cancerose o il loro sviluppo dopo interventi chirurgici.

In Italia il vaccino contro l’HPV è gratuito ed è consigliato all’età di 12 anni sia per i maschi che per le femmine, ma non è obbligatorio. Vaccinarsi contro questo virus è comunque molto importante per ridurre la possibilità di contrarre il papilloma e soprattutto i tumori che possono conseguirne.

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Tipo di vaccino anti HPV disponibili

Esistono tre principali vaccini contro l’HPV disponibili sul mercato:

  • Il vaccino bivalente, che mira a proteggere contro i genotipi 16 e 18, noti per essere associati al cancro cervicale, oltre che a tumori anali e orofaringei.
  • Il vaccino quadrivalente, che copre i genotipi 16 e 18, aggiungendo la protezione contro i genotipi 6 e 11, responsabili di lesioni benigne.
  • Il vaccino nonavalente, che estende ulteriormente la protezione includendo i genotipi 16, 18, 6, 11, oltre ai 31, 33, 45, 52, 58, tutti considerati ad alto rischio oncogeno.

Questi vaccini rappresentano uno strumento fondamentale nella prevenzione di diverse forme di cancro e nella promozione della salute pubblica, evidenziando l’importanza di una diffusa consapevolezza e partecipazione alla campagna vaccinale.

HPV: l’importanza dello screening

Lo screening per il papilloma virus (HPV) gioca un ruolo cruciale nella prevenzione del cancro cervicale e di altre malattie correlate.

Questo tipo di controllo è principalmente indirizzato alle donne, in particolare quelle in età fertile, e si avvale di due esami principali: il Pap test e l’HPV DNA test.

Il Pap test analizza la presenza di cellule anomale o precancerose nel col lo dell’utero, mentre l’HPV DNA test rileva la presenza del DNA del virus HPV, identificando così le infezioni ad alto rischio che possono portare a lesioni precancerose o cancerose.

Generalmente, si raccomanda di sottoporsi al Pap test a partire dai 25 anni di età, con una frequenza ogni 3 anni, mentre l’HPV DNA test è consigliato in aggiunta al Pap test o come test primario dopo i 30 anni.

La ripetizione degli esami dipende dai risultati ottenuti: un esito negativo posticipa il controllo successivo, mentre in caso di anomalie, è necessario un follow-up più ravvicinato o interventi specifici. Questi screening, effettuati regolarmente, sono fondamentali per intercettare precocemente eventuali anomalie, aumentando significativamente le possibilità di trattamento efficace e prevenzione del cancro.

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Il papilloma: una malattia insidiosa

Il papilloma è una patologia che presenta sintomi vari, a seconda dei casi può essere completamente asintomatica o causare gravi infezioni, ma rimane comunque molto contagiosa.

L’effetto mutageno causato dai virus si sviluppa lentamente: possono passare anni o addirittura decenni dal contagio prima che si sviluppi il tumore. Per questo motivo il papilloma è a volte sottovalutato.

Provvedere a vaccinare i propri figli però è importante per proteggerli non solo dalla malattia in sè, comunque molto fastidiosa, ma anche dalla possibilità di contrarre il cancro in futuro.

Il vaccino contro l’HPV è gratuito per i ragazzi, ma è possibile tuttavia vaccinarsi anche da adulti, a proprie spese, se non si è stati sottoposti alla profilassi all’età consigliata. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi al proprio medico o all’ASL, che si occupa direttamente delle vaccinazioni.

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