Vietate le chat delle mamme: la finta ordinanza del sindaco vuole farci riflettere. Se fosse vero?

Chat delle mamme vietate, con tanto di sospensione dell’account per i trasgressori: l’ordinanza firmata da Domenica Giampà, Sindaco di San Pietro a Maida, un piccolo comune del calabrese ha fatto parlare di sé.

Il primo cittadino ha infatti deciso di rispolverare un vecchio scherzo, una provocazione già messa in atto in passato, ma che anche questa volta ha suscitato l’attenzione dell’opinione pubblica, la quale non si è fatta attendere nel far sentire forte la propria voce.

Una finta ordinanza per riflettere sul tema

L‘ordinanza firmata dal primo cittadino è costellata di “Considerando”, “preso atto”, “Constatato” e “Tenuto conto”, per poi ordinare “Il divieto di utilizzo degli attuali gruppi medesimi, nonché il divieto assoluto di creare nuovi cosiddetti ‘gruppi mamme’ o analoghi”.

Guai a chi trasgredisce, su questo l’ordinanza è impietosa: “La violazione della presente ordinanza sarà punita con la sospensione dell’account Whatsapp fino al termine dell’anno scolastico“. Infine, non esiste nemmeno la possibilità di ricorrere al TAR, in quanto “contrariamente a quanto pensino le mamme, il Sindaco ha sempre ragione”.

È chiaro che il messaggio sia una palese provocazione, come ha dichiarato lo stesso sindaco a LaC News24:

L’idea è nata nel 2020, quando durante la pandemia i gruppi Whatsapp hanno preso ancora più piede. L’ho riproposta quest’anno come provocazione ma anche per indurre a una riflessione sull’uso eccessivo e alcune volte esasperato dei social

L’ordinanza infatti era già stata presentata da Gigi Littarru, sindaco di Desulo, un paese situato nel cuore della Sardegna, che nel 2020 ha abolito (per finta) i gruppi Whatsapp dei genitori degli alunni (soprattutto le mamme) iscritti alle scuole statali primarie e secondarie.

L’idea del primo cittadino di Desulo nel 2020, ripresa quest’anno da Domenico Gianpà, era nata come contro-risposta alle centinaia di fake news al giorno che circolano su Facebook, su Whatsapp, Twitter e su tantissimi altri canali di comunicazione utilizzati dai genitori degli allievi di tutte le classi.

Dall’unghia incarnita del figlio disabile, passando per le presunte nefandezze dell’insegnante a discapito di un alunno piuttosto che di un altro, fino ad arrivare al possibile dimezzamento delle classi a causa del contagio da Covid-19, sono tante le notizie pronte a far agitare le madri, da sempre assidue frequentatrici dei gruppi di Whatsapp.

Le chat fanno perdere la cognizione della realtà e a poco servono, se non a confondere le idee.

Le preoccupazioni delle mamme e il controllo sull’informazione

Sebbene fosse palese che si trattasse di una scherzo, il sindaco ha rivelato che alcuni genitori hanno creduto all’ordinanza, a dimostrazione di quanto sia facile diventare bersaglio delle fake news:

Dopo la pubblicazione della finta ordinanza, ovviamente solo sul mio profilo Facebook, sono stato contattato da alcuni genitori arrabbiati e contrari alla decisione,

Dopo avergli spiegato che si trattava di una provocazione, ho posto una riflessione. I bambini sono cresciuti bene anche quando i social non c’erano e le comunicazioni tra la scuola e le famiglie avvenivano ugualmente ma in un’altra forma. Una dimensione che va recuperata.

In ogni caso, la preoccupazione delle madri di fronte ad una miriade di notizie scritte di cattivo gusto e solo per accaparrare click, impressioni e visualizzazione è lecita.

Il problema è la cattiva informazione, diffusa sui canali social più conosciuti al momento, che sembra essere, più dei tempi antecedenti alla pandemia, un problema all’ordine del giorno.

Ci sarebbe bisogno, a detta di qualcuno, di un controllo serrato sull’informazione, a prescindere dalle limitazioni sulle chat. A questo punto, una domanda sorge spontanea: cosa accadrebbe se l’ordinanza del sindaco si trasformasse in realtà?

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