Enfant prodige (parte seconda): la storia di Jacob Barnett

Il viaggio alla scoperta dei “piccoli geni” continua…

Oggi parliamo di un moderno Einstein statunitense, classe 1999.

Jacob Barnett vive a Hamilton County in Indiana. Per gli amici quindicenni è Jake, ma per tutto il mondo è il ragazzino con 170 di QI, più alto di quello del “collega” tedesco.

Appassionato di matematica, fisica e astrofisica, è iscritto alla Purdue University di Indianapolis, dove sta terminando un dottorato di ricerca in fisica quantistica.

Le sue teorie e concetti avanzati lasciano costantemente sbalorditi i professori universitari. E tutto ciò stupisce ancora di più sapendo che Jacob è nato con la sindrome di Asperger, una lieve forma di autismo che, stando agli studi medici avrebbe dovuto portare a difficoltà nelle relazioni sociali, nell’apprendimento, nella maturità psichica e nella coordinazione fisica.

Fin da piccolissimo, all’età di tre anni, Jacob dimostra interesse nel campo dell’astrofisica e spiega con assoluta naturalezza le leggi di orbita planetaria, o risolve in un batter d’occhio puzzle da 5000 pezzi. A quattro, impara a memoria un’intera cartina geografica degli Stati Uniti. All’età di 11 anni, dopo aver abbandonato la scuola perché troppo semplice per lui, fa il suo ingresso all’Indiana University, superando di gran lunga compagni e professori. Il tutto dopo i primi 2 anni di assoluto mutismo e chiusura in se stesso, con i genitori alle prese con costanti visite mediche e sedute da psicologi.

Ad oggi, Jacob sta lavorando a un progetto complesso ed elaborando ulteriori concetti sulla teoria della relatività.

Ha all’attivo diverse pubblicazioni di libri e saggi scientifici, risolve con facilità calcoli algebrici e problemi di geometria e trigonometria e, nel tempo libero, non perde occasione di dare ripetizioni ai suoi compagni.

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