In Lombardia vaccini scontati

Negli ultimi anni, anche grazie al web, si sono formati molti movimenti antivaccinisti cosiddetti “fronte del no”.  La regione Lombardia vuole invertire la tendenza a non vaccinare i bambini. Anche lì infatti, in linea con la media nazionale, il numero dei bimbi vaccinati è in calo.

I vaccini fanno paura alle mamme

Molti genitori, infatti, sono spaventati dalle conseguenze dei vaccini. Alcuni dati confermano che una mamma su due teme nel vaccinare il proprio figlio. Per questo la Regione Lombardia ha proposto una campagna pro-vaccini, in cui cerca di dare risposte ai mille dubbi dei genitori e spiega come informarsi bene su questo tema delicato. La campagna prende il nome “Vaccini. Informarsi bene non fa male” disponibile sul portale Wikivaccini.

Diminuzione dei vaccini, una tendenza da invertire

Si cerca anche di frenare questa diminuzione del numero di bimbi vaccinati. L’OMS consiglia di avere una copertura vaccinale del 95% per raggiungere l’immunità di gregge, ma questo obiettivo si allontana sempre di più. Nel 2012 i bambini vaccinati per l’esavalente (poliomielite, epatite B, difterite, tetano, pertosse, emofilo tipo B) raggiungevano il 96%. Con i bimbi nati nell’anno successivo, 2013, la percentuale diminuisce al 93%. Anche per MPR (morbillo, parotite, rosolia) si è subito un calo di 3 punti percentuali passando dal 93 al 90%. In controtendenza, invece, i vaccini per il meningococco e per lo pneumococco che rispettivamente passano dall’84 all’86% e dall’80 all’87%. Secondo l’assessore regionale al Walfare Giulio Gallera, la controtendenza potrebbe essere data dal fatto che questi vaccini sono offerti da meno tempo e cioè dal 2010.

Sconti per il vaccino contro il meningococco

Ma perché se ne parla tanto? Perché negli ultimi mesi ci sono stati due casi di meningite all’Università Statale. Gallera annuncia che: “Dal 2017 nei centri vaccinali delle Asst daremo a chi ne fa richiesta la possibilità di accedere in copagamento al vaccino contro il meningococco A/B/C/W/Y a un prezzo più basso dal 30 al 60 per cento rispetto al mercato privato”. 

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