Ocse: sistema pensionistico italiano discrimina le neomamme

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico della Ue (Ocse) punta il dito contro il sistema pensionistico italiano. In particolare è stato rilevato che le condizioni delle madri lavoratrici che risiedono nel nostro Paese sono le peggiori d’Europa, insieme a quelle del Portogallo, dell’Islanda e delle Germania. Vediamo nel dettaglio in che modo le madri in Italia sono penalizzate dal sistema previdenziale.

Quanto emerge dal rapporto dell’Ocse “Pensions at a glance 2015” è davvero sconfortante: il sistema pensionistico italiano, più di ogni altro in Europa, penalizza in maniera significativa le madri che si assentano dal lavoro per accudire i propri figli.

Differenza tra l’Italia e gli altri Paesi europei

Riduzione degli assegni pensionistici

Dall’analisi comparata sui modelli pensionistici dei vari Stati appartenenti all’area Ocse è emerso quanto segue: mentre per almeno un terzo dei Paesi le donne che per 5 anni si dedicano alla crescita e all’educazione dei propri bambini, prendendosi una pausa dal lavoro, non subiscono modifiche di sorta al proprio trattamento pensionistico, in Italia questa circostanza produce una cospicua riduzione dell’assegno pensionistico (la più alta di tutta Europa).

Congedo di paternità: consentito un giorno di assenza per i papà italiani

Contestualmente è anche emerso che, in merito al congedo per paternità, siamo messi piuttosto male: se in Olanda, ad esempio, un neopapà avrà diritto al medesimo numero di giorni di ferie concesso alla propria compagna, in Italia, invece, potrà assentarsi dal lavoro per appena un giorno.

Ne consegue che il sistema pensionistico italiano non invoglia affatto le mamme lavoratrici a dedicarsi in maniera continuativa all’accudimento dei propri figli, ma, piuttosto, le induce a demandare a terzi questo compito.

Ma non finisce qui: ad essere penalizzati sono anche i nostri giovani. Un trentacinquenne di oggi percepirà, infatti, una pensione più bassa del 30% rispetto a quella del proprio padre.

Insomma per l’Ocse non ci sono dubbi: l’Italia non è un Paese fatto per i giovani, né per le neomamme e tantomeno per i neopapà!

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