Al via la fase due: le proposte dei Comuni per i bambini

La fase 2 non vuol dire solo un ritorno alla (quasi) normalità per gli adulti, ma anche l’esposizione a pericoli importanti per i bambini. Tanti saranno infatti i più piccoli che correranno il rischio di rimanere ancora isolati mentre i genitori dovranno tornare a lavoro: ecco perciò la proposta dell’ANCI.

Ritorno a lavoro: e i bambini?

La quarantena è stata un banco di prova importante e molto complesso per i genitori. Rinchiudere improvvisamente i bambini in casa senza poter uscire a giocare e vedere gli amichetti è stato molto provante. Ancor di più potrebbe diventare programmare la nostra vita nella fase 2, quella in cui quasi tutti i genitori saranno chiamati a tornare sul posto di lavoro.

Ma non bisogna dimenticare che, così come confermato da alcuni esperti di pedagogia, le conseguenze psicologiche dell’isolamento può provocare una serie di “traumi” potrebbero essere importanti. Attenzione che, d’altronde, adesso è rivolta ai piccoli ma che inevitabilmente tra qualche settimana dovrà spostarsi ai più grandi che ancora si troveranno in casa senza possibilità di aggregarsi con i propri coetanei. Ecco perché in molti stanno iniziando già a chiedere l’attivazione di un piano per bambini e ragazzi, come un’alternativa alla didattica a distanza : diversi comuni d’Italia stanno già cercando i luoghi adatti a questo scopo, ancora meglio se all’aperto, per permettere un’uscita dall’isolamento, seppur in piccoli gruppi e con tutte le precauzioni del caso per la salute loro e di chi gli sta intorno.

Le proposte ANCI per la tutela dei bimbi

L’Associazione Nazionale Comuni Italiani ha infatti deciso di sottoporre all’attenzione del Presidente del Consiglio Conte, un paio di protocolli per suggerire una parziale riapertura delle aree gioco e di quelle per i centri estivi.

In un comunicato stampa, l’ANCI ha riassunto le sue richieste al Governo : “Per lunedì prossimo, 4 maggio, i genitori che tornano al lavoro devono poter contare su soluzioni per i loro figli che non vanno a scuola. Da giugno, i bambini devono poter frequentare i centri estivi e le altre strutture, come oratori, cortili delle scuole, ludoteche e centri famiglie. “

I comuni infatti, così come confermato dal Presidente dell’associazione, Decaro, sono pronti a mettere in atto tutte quelle modifiche strutturali e adempimenti per favorire la socializzazione tra i più giovani, soprattutto in un periodo complesso come questo. Il tutto senza perdere mai di vista le misure da adottare, come disinfezione frequente degli spazi e distanza sociale. D’altronde sono molte le strutture che stanno già lavorando in questo senso con l’obiettivo di garantire ai genitori un posto sicuro per i propri bambini, dove farli giocare e distrarre senza perdere mai il gusto dello stare insieme.

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